31/05/2022, 12.13
TIMOR EST-VATICANO
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Il neo-cardinale Carmo da Silva: un dono per tutta Timor Est

Il 54enne arcivescovo di Dili tra i nuovi porporati annunciati da papa Francesco: "Un riconoscimento alla fede di una terra dove il Vangelo è arrivato 500 anni fa". Le congratulazioni del presidente José Ramos-Horta. Una porpora per un piccolo Paese a grande maggioranza cattolica dove più della metà della popolazione è costituita da ragazzi e giovani.

Dili (AsiaNews) - “Sono convinto che papa Francesco non abbia voluto offrire questa porpora personalmente a me, ma alla Chiesa e al popolo di Timor Est”. Con queste parole mons. Virgilio Carmo da Silva, arcivescovo di Dili, ha commentato la scelta inattesa del papa che domenica ha annunciato il suo nome tra quelli dei 21 nuovi cardinali che verranno creati nel concistoro fissato per il 27 agosto. Il presule ha confessato tutto il suo stupore in una dichiarazione pubblica rilasciata durante un incontro con il presidente José Ramos-Horta, rieletto da poche settimane alla guida del Paese, che si è recato personalmente a congratularsi con quello che sarà il primo cardinale della giovane storia di Timor Est.

“La gente e la Chiesa di Timor Est - ha detto ancora mons. Carmo da Silva - meritano questa grazia e questo riconoscimento di Dio, in un Paese dove il Vangelo è arrivato da 500 anni e che lo scorso 20 maggio ha celebrato il ventesimo anniversario della sua indipendenza”.

Sacerdote salesiano, mons. Carmo da Silva è alla guida della Chiesa di Dili dal 2016. Con i suoi 54 anni di età sarà uno dei più giovani membri del collegio cardinalizio, accanto al vicario apostolico di Ulaanbatar mons. Giorgio Marengo, anche lui destinato a ricevere la porpora a soli 48 anni nel prossimo concistoro.

Papa Francesco aveva già mostrato in due altre occasioni la sua grande attenzione per Timor Est, terra dove il 98% degli 1,3 milioni di abitanti è cattolico (l’unico Paese insieme alle Filippine a maggioranza cattolica in Asia) ma ancora gravemente segnato dalla povertà e da divisioni interne che rallentano la strada per lo sviluppo. Già nel settembre 2019 Francesco aveva deciso di elevare Dili a sede metropolitana, attribuendole il rango di arcidiocesi, con Baucau e Mailana come sedi suffraganee. Il pontefice aveva anche annunciato un suo viaggio a Timor Est per il 2020, forzatamente rinviato poi a data da destinarsi a causa della pandemia.

Consapevole delle grandi sfide poste dalla povertà in un Paese dove più della metà della popolazione è costituita da bambini e giovani, la Chiesa cattolica di Timor Est ha rivolto una particolare attenzione alla dimensione educativa. In questo senso si inserisce anche l’inaugurazione lo scorso 8 dicembre a Dili dell’Università Cattolica Giovanni Paolo II, che – come disse il neo-cardinale Carmo da Silva in quell’occasione – “dovrà offrire un’istruzione di livello internazionale in tutta le aree del sapere ispirandosi alle tradizioni intellettuali, morali e spirituali cattoliche”.

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