08/08/2013, 00.00
GIAPPONE
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Dal Giappone una qualità di riso che resiste alla siccità

Il riso Kinandang Patong cresce anche in condizioni di forte aridità. Le radici più robuste e profonde gli permettono infatti di trovare acqua dove altre qualità di riso non resisterebbero. La scoperta potrebbe sfamare milioni di persone.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) - Un team di ricercatori giapponesi ha sviluppato una qualità di riso che sopravvive anche alla siccità. La scoperta, la terza nel campo della cerealicoltura in meno di due anni, potrebbe alleviare il problema della fame in molte regioni del continente asiatico.

Kinandang Patong è il nome della qualità di riso coltivata in un altipiano delle Filippine dall'istituto nazionale di Scienze Agrobiologiche di Tsukuba. Il 4 agosto scorso, la rivista di settore Natural Genetics ha pubblicato un articolo in cui veniva esposto il lavoro di ricerca portato a termine dal prof. Yusaku Uga con l'ausilio del proprio team.

Evoluta grazie al gene DRO1, il Kinandang Patong presenta radici più robuste e a sviluppo verticale, capaci di trovare acqua a profondità maggiori rispetto ad altre qualità di riso con radici più ramificate e superficiali. "Senza la tecnologia genetica, sarebbe stato molto difficile selezionare il gene corretto e aggiungerlo al cereale - ha spiegato il prof. Uga - lo sviluppo di piante geneticamente modificate è una delle migliori strategie per ovviare al problema della siccità".

Il suo team di ricerca ha confrontato quindi la reazione in condizioni di siccità assente, moderata o forte di due varietà di riso differenti: l'IR64, qualità molto diffusa in Asia, e l'IR64 con l'aggiunta di gene DRO1. Mentre la prima non resisteva in condizioni di forte siccità, la seconda diminuiva la propria resistenza solo del 30%, non dimostrando alterazioni rilevanti in un clima ad aridità moderata.

La scoperta del prof. Uga e del suo team rappresenta un grande traguardo nel campo della tecnologia genetica. Già lo scorso anno, a gennaio, alcuni scienziati britannici e giapponesi sostenevano di aver scoperto un metodo per identificare varianti o mutazioni genetiche nelle piante di riso. Lo avrebbero usato per ottenere, dall'Hitomebore giapponese, una nuova qualità di riso resistente all'acqua salata, quindi ideale per i campi irrigati con acqua ad alta salinità.

 

 

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