21/05/2013, 00.00
BANGLADESH
Invia ad un amico

Dhaka, 50 feriti negli scontri fra operai del tessile e polizia

di Sumon Corraya
Almeno 7mila lavoratori di 20 aziende del comparto sono scesi in piazza per chiedere l’aumento del salario minimo (a 103 dollari al mese). Per protesta hanno bloccato l’autostrada che collega la capitale a Tangail. L’intervento delle forze dell’ordine per disperdere la manifestazione. Scambio di accuse reciproco sulla responsabilità delle violenze.

Dhaka (AsiaNews) - È di almeno 50 feriti il bilancio degli scontri fra operai del comparto tessile-abbigliamento e polizia avvenuti ieri ad Ashulia, distretto industriale di Dhaka. I lavoratori hanno bloccato l'autostrada che collega la capitale con Tangail, al centro del Bangladesh, per chiedere un aumento del salario minimo e altri benefit. In risposta, le forze dell'ordine hanno caricato per sgomberare l'area e ripristinare la circolazione. Mostafizur Rahimn, capo della polizia del distretto, riferisce che "circa 7mila operai di 20 aziende del tessile hanno organizzato [ieri] una protesta ad Ashulia, ma abbiamo riportato la situazione sotto controllo disperdendoli grazie all'uso di gas lacrimogeni".

Gli addetti al comparto tessile e dell'abbigliamento sono scesi in piazza per chiedere un aumento del salario minimo, fissato sui 103 dollari al mese, assieme ad altre concessioni fra cui la pausa pranzo. Rakib Hossian, operaio 32enne, dichiara di non riuscire a "mantenere la mia fmaiglia, guadagnando solo 64 dollari" al mese. Da due anni egli è alle dipendenze del gruppo tessile Ha-Meem.

Secondo i lavoratori scesi in piazza, la manifestazione era di natura pacifica ma l'attacco della polizia ha fatto degenerare la situazione. I vertici delle forze dell'ordine - in un rimpallo di responsabilità - respingono al mittente le accuse e puntano il dito contro gli operai che "ci hanno attaccato per primi".

La scorsa settimana tutte le aziende del comparto tessile sono rimaste chiuse per tre giorni, in seguito a scioperi e manifestazioni. Opinione pubblica e società civile sono ancora sconvolte dal crollo della fabbrica-lager del 27 aprile scorso, che ha causato oltre mille morti e toccato le coscienze in patria e all'estero. Secondo organizzazioni a tutela dei diritti dei lavoratori, negli ultimi 10 anni in Bangladesh - secondo produttore mondiale del tessile, dopo la Cina - sono morte almeno 2mila persone in incendi o incidenti all'interno delle fabbriche. Rosaline Costa, attivista per i diritti umani, assicura che a protesta continuerà sino a che le richieste degli operai verranno esaudite. 

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
In Bangladesh, il problema della sicurezza sul lavoro “fatta in casa”
21/04/2008
Crisi economica, la Chiesa filippina sostiene i diritti di operai e lavoratori
28/04/2009
Bangladesh, riaprono 200 fabbriche tessili. Più soldi in busta paga per gli operai
14/11/2013
Dhaka, 15mila operai tessili perdono il lavoro per il coronavirus
17/04/2020 11:17
Ditte straniere e Partito alleati contro gli operai cinesi e i sindacati autonomi
04/01/2007


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”