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Dhaka: i 50 anni del Seminario nazionale del Bangladesh

di Sumon Corraya

In occasione della Giornata mondiale per le vocazioni celebrato il mezzo secolo di vita del Seminario maggiore dello Spirito Santo, che ha formato 445 sacerdoti ma anche numerosi religiosi e laici. Il card. D'Rozario: "Un grande dono di Dio e il cuore della nostra Chiesa locale in Bangladesh".

Dhaka (AsiaNews) - Il 19 aprile, alla vigilia dell’odierna Giornata mondiale per le vocazioni, il Seminario maggiore dello Spirito Santo di Bonani a Dhaka, l’unico seminario del Bangladesh, ha celebrato i suoi 50 anni insieme al contributo offerto da questa istituzione alla costruzione della Chiesa locale. Alla giornata di festa erano presenti oltre 800 cattolici, tra cui 250 sacerdoti e nove vescovi.

Alle celebrazioni, presiedute da mons. Emmanuel K. Rozario, vescovo di Barisal e presidente della Commissione episcopale per il seminario, erano presenti come ospiti principali l’arcivescovo Kevin S. Randall, nunzio apostolico in Bangladesh e l’arcivescovo di Dhaka mons. Bejoy N. D'Cruze.

Il Seminario nazionale del Bangladesh nacque ufficialmente il 23 agosto 1973, quando il futuro card. Edward Cassidy, allora rappresentante vaticano in Bangladesh, lo inaugurò con una Messa nella chiesa cattedrale di Ramna a Dhaka. Inizialmente ospitato nella Mathis House, iniziò il suo percorso con 6 professori e 5 seminaristi. Nell'arco di 50 anni, 987 studenti sono stati educati al Seminario dello Spirito Santo e 445 di loro sono stati ordinati sacerdoti, tra cui 9 vescovi. Inoltre, 83 laici consacrati e 11 suore hanno ricevuto la loro formazione in seminario. Un totale di 103 professori hanno contribuito direttamente all’opera in questi decenni.

Durante la Messa solenne in occasione dei 50 anni, il celebrante principale, il card. Partick D'Rozario, arcivescovo emerito di Dhaka, ha definito il Seminario maggiore dello Spirito Santo “un grande dono della grazia di Dio” e “il cuore della Chiesa di Cristo del Bangladesh”. Attraverso questa istituzione, il Bangladesh sta camminando come Chiesa locale. “Dopo essersi formati qui - ha detto - i sacerdoti, i religiosi e le religiose del Bangladesh stanno dando un servizio di leadership nella Chiesa. E anche voi studenti qui presenti dovrete seguire l'esempio del Buon pastore, portando su di voi l’odore delle pecore e preparandovi una Chiesa sinodale”.

Mons. Emmanuel K. Rozario, vescovo di Barisal e presidente della Commissione episcopale per il seminario, ricordando il contributo offerto da questa istituzione, ha ricordato come oggi i preti bangladesi “stanno pascendo il gregge a loro affidato in patria ma anche all'estero; altri stanno rendendo un servizio dedicato in vari modi per l'edificazione del Corpo di Cristo, la Chiesa. Per questo glorifichiamo e lodiamo il Signore e uniamo le nostre mani per camminare e lavorare insieme con rinnovato impegno per una migliore formazione dei nostri futuri sacerdoti”.

L'arcivescovo Bejoy N. D'Cruze, presidente della Conferenza episcopale cattolica del Bangladesh, ha ricordato che quando non c'era questo seminario i futuri sacerdoti dovevano recarsi nel Pakistan occidentale o in altri Paesi per la loro formazione. Dopo la guerra di liberazione, l’istituzione del seminario fu una delle priorità dei vescovi 50 anni fa. “Ha aiutato a formare – ha aggiunto – non solo sacerdoti, ma anche religiosi e laici impegnati nella pastorale”. 

Da parte sua il nunzio apostolico mons. Randall ha sottolineato che in un seminario “la formazione non riguarda solo la lettura di libri, ma anche come mettere in pratica quanto appreso e come svolgere il ministero pastorale nel nome del Signore, non nel nostro. Un compito che richiede un cuore aperto e la testimonianza personale, nonostante le nostre fragilità”.

Anche Shymol Gomes, oggi laico e banchiere, ha voluto esprimere pubblicamente la sua fratitudine al Seminario nazionale del Bangladesh. “Ho avuto l'opportunità di studiare qui - ha raccontato -. E anche se poi non sono riuscito a diventare sacerdote, ho avuto successo nella mia vita familiare e professionale grazie alla formazione di qualità qui ricevuta”.

 

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