18/06/2011, 00.00
INDIA – BANGLADESH – CINA
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Dighe cinesi sul Brahmaputra, a rischio la vita di indiani e bengalesi

La Cina vuole lanciare un progetto antisiccità per salvare la regione dello Xinjiang. Nonostante le garanzie di Pechino, India e Bangladesh temono che la deviazione del fiume abbia un impatto negativo sull’ecosistema.
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Il nuovo progetto cinese antisiccità, che prevede la deviazione del Brahmaputra fino all’arida regione dello Xinjiang, mette in allarme India e Bangladesh. Nonostante Pechino abbia assicurato che non ci sarà alcun impatto negativo sull’ecosistema nelle zone centrali e a valle del fiume, i due Paesi temono invece per le popolazioni che vivono lungo il corso.

Nel novembre dello scorso anno la Cina aveva già annunciato un primo progetto, riguardante la costruzione di una diga sullo Tsangpo (il tratto superiore del Brahmaputra), in vista della creazione del più grande impianto idroelettrico del mondo, con una potenza di 510MW. Ma è questo nuovo piano a preoccupare India e Bangladesh: alcuni satelliti indiani infatti, avrebbero fotografato la costruzione di alcune dighe lungo gli affluenti del fiume. Secondo alcuni esperti, proprio la deviazione di questi corsi minori rallenterà il flusso del Brahmaputra, provocando danni alle popolazioni locali come nel caso delle dighe sul Mekong.

Il Brahmaputra, uno dei maggiori fiumi dell’Asia, nasce nel Tibet sud-occidentale. Lungo quasi 3mila chilometri, il suo corso si snoda attraverso la catena dell’Himalaya, per poi attraversare l’India (Arunachal Pradesh, Assam), fino al Bangladesh dove sfocia nel Golfo del Bengala.
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