07/02/2007, 00.00
CINA
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Dimostrazione di migranti, defraudati del salario

Costruivano la sede del Farmers’ Daily, un giornale governativo che doveva difenderli.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Protesta pubblica di oltre 60 lavoratori migranti il 5 febbraio davanti agli uffici del datore di lavoro che non li paga da mesi. Il governo, preoccupato per simili frequenti episodi, prevede di istituire un fondo per garantire i salari ai migranti.

I migranti denunciano che il Farmers’ Daily (un giornale del governo) deve oltre 400mila yuan a circa 120 operai che hanno lavorato per i suoi nuovi uffici. Il giornale di solito difende i diritti dei migranti e spesso racconta storie di migranti che hanno difficoltà a ottenere la paga dovuta. Proprio per questo i lavoratori si sentono ancora più traditi.

I migranti vengono dall’Hebei, Jiangsu, Henan e Sichuan. Hanno terminato i lavori nel 2006 e già altre volte hanno manifestato davanti agli uffici chiedendo i salari.

Zhang Hua, dell’Henan, spiega che è vicina la festa del Nuovo anno lunare (quest’anno cade il 18 febbraio) e che tutti sono impazienti di tornare a casa. Spesso è l’unica occasione in cui i migranti tornano dalle famiglie. “Ma – dice – non possiamo tornare a casa senza essere stati pagati”.

Il giornale si difende dicendo che ha pagato 1,35 milioni di yuan alla ditta costruttrice Gaobeidu Construction Co. per i salari,  40mila yuan in più di quanto concordato. Ma i migranti sono stati assunti da un subappaltatore, la Jiangdu Construction. Fonti ufficiali riferiscono che ieri l’appaltatore ha dato alla ditta subappaltante 100mila yuan per le paghe arretrate. Ma non si sa se i migranti sono stati pagati.

In Cina sono frequenti le proteste di migranti contro i datori di lavoro che non li pagano. Molte ditte pagano i migranti solo una volta l’anno, quando tornano a casa per il Nuovo anno lunare. Chi non viene pagato, non ha il coraggio di tornare a casa senza soldi. I derubati non possono rivolgersi alla polizia perché sono illegali, né hanno mezzi per portare in tribunale i loro padroni. Nella disperazione non pochi si suicidano.

Da tempo Pechino parla di istituire un fondo pubblico per assicurare le paghe ai migranti. Secondo Hu Xiaoyi, vice ministro per il Lavoro e la sicurezza sociale, le ditte dovranno depositare somme sufficienti presso il fondo, al quale i dipendenti potranno poi rivolgersi se non sono pagati. Hu dice che questo sistema prevede che ogni migrante abbia un regolare contratto.

Ma esperti osservano che i migranti nelle grandi città spesso non sono registrati e lavorano “in nero”. Essi osservano che in altri Stati i lavoratori non pagati possono chiedere i soldi anche al committente, che non paga la ditta costruttrice quando risulta in arretrato con i salari. (PB)

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