31/03/2015, 00.00
INDIA – TANZANIA
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Diocesi di Mangalore: scuola, pannelli solari e catechismo per la missione in Africa

Dal 2012 la diocesi del Karnataka ha inviato quattro sacerdoti a Kituri, in Tanzania. Mons. Aloysius Paul D’Souza: “Era giunto il momento di condividere la fede con quelli che ne hanno più bisogno”. Positiva la risposta della popolazione, che collabora con i missionari. Tra i progetti futuri, l’apertura di un asilo.

Mangalore (AsiaNews) – Orientamento spirituale, educazione e sviluppo: si articola così la missione di quattro sacerdoti indiani tra i tribali di Kituri, in Tanzania. Originari della diocesi di Mangalore (Karnataka), dal 2012 lavorano in Africa, nell’ambito di un progetto voluto dal loro vescovo, mons. Aloysius Paul D’Souza, per celebrare i 125 anni della diocesi. “In questa occasione – racconta il presule ad AsiaNews – abbiamo pensato che fosse giunto il momento per noi di condividere la fede con quelli che ne hanno più bisogno. Così abbiamo deciso di andare in Africa”.

La scelta è ricaduta su un’area remota della diocesi di Same, dove la popolazione – in parte cattolica – non aveva acqua, né elettricità, né un sacerdote a cui fare riferimento per ricevere assistenza spirituale. I sacerdoti sono p. Alwyn M.J. D’Souza, superiore della missione e responsabile dell’apostolato giovanile e delle pubbliche relazioni; p. Hillary Lobo, parroco di Kifaru; p. Ronald Pinto, direttore dell’apostolato educativo; p. Victor Machado, direttore dell’apostolato socio-culturale e per lo sviluppo.

Mons. D’Souza spiega ad AsiaNews: “Ora abbiamo costituito la parrocchia di Kifaru e quattro stazioni. Ogni domenica i nostri sacerdoti vanno nelle diverse comunità a celebrare messa e a insegnare catechismo. In Tanzania il governo non pone restrizioni, quindi possiamo insegnare la nostra religione”.

Il progetto Mangalore-Africa è partito con l’edificazione di una scuola secondaria maschile con indirizzo scientifico, che oggi è anche collegio. “Le cose procedono molto bene – sottolinea il presule – gli studenti iscritti sono 150 e il personale scolastico si compone di 12 persone. Uno dei sacerdoti è il preside. Da quest’anno, due suore della diocesi di Mangalore si sono unite allo staff. Nell’istituto insegniamo anche catechismo, rivolgendoci a tutti gli studenti, non solo a quelli cristiani”.

Accanto all’opera di nuova evangelizzazione, spiega mons. D’Souza, “abbiamo avviato anche un programma di sviluppo. Quando siamo arrivati, l’area era senza elettricità e acqua. Nel tempo abbiamo dato pannelli solari a 700 famiglie, per permettere di avere luce in casa. Ora il bisogno più urgente è dare loro l’acqua, perché per comprarla devono andare molto lontano”.

In soli due anni e mezzo la missione è cresciuta, ma le cose da fare sono ancora molte. “Guardando sempre allo sviluppo integrale della popolazione – dichiara il vescovo di Mangalore – stiamo per aprire un asilo per i bambini dell’area. Il nostro progetto è partire dal basso e permettere a queste persone di ricevere un’istruzione sin da piccoli. Poi stiamo pensando di aiutare queste persone a creare dei gruppi di autoaiuto, per imparare a organizzarsi insieme, e a promuovere l’emancipazione femminile”.

“La risposta della popolazione – fa notare – è stata molto buona. Erano stati un po’ esclusi, nessuno voleva andare lì, non c’era un sacerdote nell’area, quindi quando siamo arrivati ci hanno accolto con gioia. Collaborano molto con noi”.

Secondo mons. D’Souza, il progetto Mangalore-Africa “può essere considerato un modello per la Chiesa indiana. La nostra diocesi è la prima del Paese ad aver avviato una missione in un Paese straniero. Stiamo cercando di seguire quello che ha detto Pio XII nella sua enciclica Fidei Donum”. 

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