11/05/2005, 00.00
INDIA
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Diocesi di Pondicherry-Cuddalore, 76 barche tornano in mare dopo lo tsunami

di Nirmala Carvalho

Nel Tamil Nadu l'impegno della Chiesa per  la ricostruzione. Mons. Augustine: "Fiducia e speranza alle vittime, la missione più importante". Servono anche case permanenti, ma il governo locale ancora non assegna i permessi di edificazione e i monsoni si avvicinano.

Devanampattinam (AsiaNews) – Gioia e soddisfazione sul viso dei pescatori di Devanampattinam, nel sudest dell'India, tornati ieri dalla prima uscita in mare dopo più di 4 mesi dallo tsunami. "È come una 'Pasqua', dopo la distruzione e il dolore torna la speranza nel futuro". Così mons. Michael Augustine, arcivescovo di Pondicherry-Cuddalore, commenta ad AsiaNews il ritorno in mare di 76 barche di questo villaggio vicino a Cuddalore, nello Stato del Tamil Nadu, il più colpito dal disastro del 26 dicembre 2004.

"Oggi è un giorno di Festa al villaggio – dice p. Ratchagar, direttore del Pondicherry Multi-Social Service Society (PMSS) – l'8 maggio scorso 76 barche sono tornate in mare e ieri hanno fatto rientro a casa con una buona pesca". "Il guadagno non è altissimo – spiega il sacerdote - ma l'importane è che questa gente ha recuperato un senso di dignità e onore".

P. Ratchagar racconta che la ricostruzione portata avanti dalla diocesi "procede nella direzione giusta": "Abbiamo consegnato gli aiuti a 19 villaggi nella zona di Pondicherry, Karaikal e Cuddalore". Qui Devanampattinam è un villaggio chiave, da cui dipendono altri 62 centri abitati. "Abbiamo concentrato il nostro intervento in questo villaggio, perché se la sua comunità ritorna a pescare la seguiranno anche tutti gli altri".

Prima dello tsunami nella zona c'erano 129 barche. Ogni imbarcazione era fornita di due tipi di reti: una da 30 kg e l'altra da 20 Kg. "Abbiamo riparato tutte le barche e i motori – racconta p. Ratchagar -  e dato loro reti da 40 kg". Il prete si augura che anche i villaggi vicini seguano l'esempio di Devanampattinam: "Ai pescatori di Thajhanguda abbiamo consegnato 10 barche nuove e reti. Stessa cosa a  Subbauppalavadi, dove abbiamo distribuito catamarani e reti a 34 persone".

Il PMSS ha distribuito aiuti economici anche agli agricoltori per ricomprare mucche, come mezzo di sussistenza provvisorio.

Mons. Augustine ha definito "stupendo" il lavoro per la ricostruzione svolto dal PMSS. "La nostra principale missione ora – sottolinea - è infondere tra le vittime, pescatori, vedove e bambini, fiducia e speranza". Per i bambini il PMSS ha organizzato dei dopo scuola e speciali corsi individuali per recuperare il tempo perduto a causa della tragedia. Il vescovo aggiunge che per l'estate sono previsti fondi da destinare ai parenti degli orfani in modo da incoraggiarli a passare le vacanze con loro e non farli sentire soli".  Le vedove della diocesi, invece, hanno ricevuto i mezzi per avere una propria indipendenza economica: "Abbiamo fornito loro macchine da cucire e  avviato piccole attività commerciali". Il vescovo spiega che in questo modo si cerca di  proteggere le donne sole dai cosiddetti "guardiani maschili", che cercano di approfittarsene.

Finora la diocesi di Pondicherry-Cuddalore ha speso 5 milioni di rupie (115.500 dollari Usa) negli aiuti post tsunami, ma un progetto ancora non riesce a decollare: la costruzione di abitazioni permanenti. "Il governo del Tamil Nadu – denuncia l'arcivescovo - ritarda nell'assegnare i terreni edificabili e il PMSS aspetta da tempo di poter dare a questa gente un tetto solido sotto cui ripararsi soprattutto ora che si avvicina la stagione dei monsoni".

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