18/07/2022, 13.01
GIAPPONE
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Dopo l'omicidio Abe nuove accuse di frode contro la Chiesa dell'Unificazione

di Guido Alberto Casanova

Si consolida la pista investigativa che lega l'uccisione dell'ex premier giapponese ai risentimenti di Tetsuya Yamagami per il patrimonio di famiglia dilapidato dalla madre in offerte alla setta del reverendo Moon. In una lettera l'uomo definiva il politico come “uno dei più influenti simpatizzanti" anche se i rapporti in realtà non sembra andassero oltre l'alleanza politica.

Tokyo (AsiaNews) - Sono passati ormai dieci giorni dall’omicidio dell’ex premier giapponese Shinzo Abe: molti punti devono ancora essere chiariti ma i molteplici elementi emersi finora stanno consolidando la pista che porta verso il coinvolgimento della Chiesa dell’Unificazione, una setta religiosa nata in Corea negli anni ’50 e diffusasi col tempo anche in Giappone. Dopo l’arresto, Tetsuya Yamagami avrebbe detto alla polizia di essere stato spinto dal risentimento contro il gruppo religioso con cui Abe aveva dei rapporti, secondo Yamagami.

A quanto emerso fino ad oggi dalle indagini Yamagami, l’attentatore di Abe, intendeva vendicarsi contro l’organizzazione religiosa per gli effetti che il coinvolgimento di sua madre nella setta aveva avuto sul benessere della famiglia. Secondo le informazioni divulgate dalla famiglia di Yamagami, dopo esserne diventata un membro negli anni ’90 la madre avrebbe donato all’organizzazioni oltre 100 milioni di yen (circa 715 mila euro), dei quali 60 milioni provenienti dall’assicurazione sulla vita del defunto marito mentre altri 40 sarebbero stati donati vendendo i terreni familiari. Dopo essere stata dichiarata insolvente nel 2002, la madre avrebbe continuato a donare somme a questa setta religiosa. A quanto dichiarato dalla famiglia, Yamagami avrebbe dovuto abbandonare l’università per via delle difficoltà economiche in cui versava la famiglia.

La Chiesa dell’Unificazione ha un passato oscuro di frodi e lavaggio del cervello dei propri membri ed è stato riportato che l’organizzazione obbligasse i propri membri a comprare quello che viene chiamato “merchandise spirituale” e donare parte del proprio reddito. Alcuni avvocati giapponesi in questi ultimi giorni si sono fatti avanti per denunciare le estorsioni perpetrate dal gruppo nei confronti dei propri membri, basate sulla manipolazione emotiva dei soggetti.

Yamagami in passato aveva espresso diverse volte la propria ostilità verso il gruppo religioso. Già nel 2019 aveva premeditato un attentato contro il capo della Chiesa dell’Unificazione, che nell’ottobre di quell’anno sarebbe arrivato in visita a Tokoname, non distante dalla città di Nara. La polizia ritiene inoltre che Yamagami il giorno prima dell’attentato abbia sparato contro l’edificio della Chiesa che si trova molto vicino a dove è avvenuto l’omicidio. Secondo gli inquirenti ci sarebbe poi un ulteriore elemento: in una lettera inviata a un blogger critico del gruppo pochi giorni prima dell’attentato, Yamagami avrebbe espresso la propria intenzione di uccidere l’ex premier per essere “uno dei più influenti simpatizzanti della Chiesa dell’Unificazione”, nonostante venisse riconosciuto che Abe non fosse il “proprio nemico originale”.

Ciò che però attira maggiormente l’attenzione, come implicitamente ammesso nella lettera, è il fatto che l’ex premier non sembra godesse di rapporti eccezionalmente stretti col gruppo. La polizia ha riportato che Yamagami incolpa il nonno di Abe, Kishi Nobusuke, di aver invitato la setta in Giappone ma il nipote di per sé non sembra essere stato particolarmente vicino alla Chiesa oltre alla normale convenienza politica. Come gruppo religioso di ispirazione conservatrice, la Chiesa dell’Unificazione ha intessuto rapporti con la destra giapponese così come ha fatto in molti altri Paesi. Abe ha partecipato ad alcune attività dell’organizzazione ma il suo coinvolgimento per il momento non sembra andare al di là degli intrecci tra politica e movimenti religiosi. Le indagini, tuttavia, sono appena iniziate e il legame tra LDP e Chiesa dell’Unificazione è vecchio di decenni e molto poco discusso: nessuno sa dove potrebbero condurre le indagini.

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