22/08/2016, 11.18
HONG KONG
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Due nuovi sacerdoti per Hong Kong: La vocazione nasce dalla testimonianza

di Lucia Leung

La diocesi ha festeggiato l’ordinazione di p. Ignazio Lo e p. Paolo Nguyen: a fronte di 384mila fedeli, i consacrati diocesani sono soltanto 68. La vita di un sacerdote “deve essere interessante. Dobbiamo mettere da parte noi stessi e accostarci agli altri, in modo particolare ai giovani”.

Hong Kong (AsiaNews) – La vita di un sacerdote “deve essere interessante. Il bravo sacerdote è quello che mette da parte se stesso e si accosta agli altri. Per rilanciare le vocazioni, questo accostamento deve essere fatto con i giovani”. È la “ricetta” spiegata ad AsiaNews da p. Ignazio Lo  (羅敬業), che lo scorso 20 agosto è stato ordinato sacerdote insieme a p. Paolo Nguyen per la diocesi di Hong Kong.

L’ex colonia britannica ha una popolazione cattolica pari a 384mila fedeli. Di questi, 160mila sono filippini che lavorano qui in maniera permanente, mentre i non residenti di altre nazionalità sono circa 37mila. A fronte di questo gregge, i sacerdoti diocesani sono 68 mentre quelli che vengono da Istituti missionari sono 223. Secondo questi numeri – presi dalle statistiche diocesane aggiornate al 31 agosto 2015 – ogni consacrato deve occuparsi di 1.320 fedeli. L’ordinazione dei due nuovi sacerdoti è stata quindi accolta con comprensibile gioia: da tempo la diocesi porta avanti diversi programmi vocazionali, ma i risultati sono ancora minimi.

La storia di p. Ignazio è comunque significativa, perché in qualche modo riflette lo spirito dei tempi del Territorio: l’educazione religiosa familiare è in calo a Hong Kong, così come la frequentazione delle chiese e dei luoghi di culto. Tuttavia, il materialismo imperante non è riuscito a spezzare la domanda religiosa: “Ho iniziato a interessarmi di fede quando frequentavo l’università nel 1997. Mi sono unito a una congregazione anglicana e sono stato battezzato nel 1999, ma già da tempo mi sentivo attratto anche dal cattolicesimo”.

Dopo aver letto un libro sulla vita e sulla missione di Madre Teresa, Ignazio inizia a sentire una sorta di chiamata: “Qualcuno mi aveva detto che sarei dovuto divenire sacerdote, ma io pensavo che il messaggio potesse essere sbagliato. Ne ho parlato con il mio pastore e gli ho chiesto di pregare per me”.

Grazie a un amico cattolico Ignazio frequenta alcune celebrazioni liturgiche della Chiesa locale e, nel 2003, decide di entrare nel catecumenato cattolico. Nel 2004 inizia il percorso che lo porterà a entrare in maniera ufficiale nella Chiesa cattolica durante la Pasqua del 2005. Questo cambiamento “non ha influito sulla mia vocazione. Andavo a messa tutti i giorni, e le religiose che curavano la chiesa hanno iniziato a chiedermi se stessi cercando qualcosa…”.

Saranno proprio le suore a presentare a Ignazio il rettore del seminario diocesano, l’Holy Spirit: “Dopo un anno dal mio ingresso nella Chiesa cattolica sono entrato in seminario. All’inizio pensavo di voler seguire il carisma domenicano o francescano, ma Dio ha scelto per me il percorso diocesano”. In famiglia, la decisione non è presa bene: “I miei genitori e i miei due fratelli gemelli, più giovani, non sono cattolici. Soprattutto mia madre e mio padre non accettavano l’idea che divenissi sacerdote, pensando soprattutto che avrebbero perso un figlio”.

Con il tempo, le cose cambiano: “Dal non capire la mia scelta sono passati all’accettazione, e oggi mio padre è orgoglioso di me e apprezza i missionari, che hanno lasciato tutto per il bene di Hong Kong. Io cercherò di studiare sempre molto, continuando il lavoro con i giovani e cercando di far comprendere loro che Dio ha una chiamata per tutti”.

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