24/08/2012, 00.00
RUSSIA
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Esperti: Alla guida della Russia un nuovo Politburo 2.0

di Nina Achmatova
Secondo il rapporto di un autorevole think tank russo, la struttura del ‘tandem’ non esiste più. Al suo posto un gruppo di otto persone che rappresenta diversi interessi e del cui equilibrio è garante il presidente Putin.

Mosca (AsiaNews) - Il sistema di potere che regge la Russia oggi è un "conglomerato di gruppi e clan che competono tra loro per le risorse del Paese"; assomiglia a una sorta di un "Politburo 2.0", dove siedono circa otto persone, e i cui equilibri sono retti dal presidente, Vladimir Putin. E' la conclusione del rapporto stilato dall'autorevole think tank Minchenko Consulting Group. Pubblicato lo scorso 21 agosto, il documento dichiara "sepolto" il meccanismo del "tandem" Putin-Medvedev, che ha caratterizzato gli ultimi otto anni della vita politica del Paese e rivela le exit strategy del potere in caso di grave crisi politica.

Guidato dal politologo Yevgeny Minchenko, il Minchenko Consulting Group sostiene che il gruppo di potere attorno a Putin non è più la "verticale" teorizzata a suo tempo attorno allo stesso presidente russo, quanto piuttosto un moderno Politburo, sul modello dei vecchi organismi di vertice del Partito comunista sovietico, in cui il capo del Cremlino si trova a mediare tra clan, spesso in conflitto tra loro. Secondo il rapporto, fanno parte del Politburo otto figure politiche e del mondo del business: il premier Dmitri Medvedev; l'amministratore delegato della major petrolifera Rosneft, Igor Sechin; Sergei Chemezov, direttore generale della holding pubblica Russian Technologies; il capo dello staff presidenziale Serghei Ivanov e il suo vice Vyacheslav Volodin; il sindaco di Mosca, Serghei Sobianin; Gennady Timchenko, a capo della potente compagnia di oil-trading Gunvor e il tycoon dei media Yury Kovalchuk, anche conosciuto come il Rupert Murdoch di Russia.

Sotto di loro, un gruppo più ampio di circa 45 "candidati" a membri del Politburo, con personalità percepite come leali al Cremlino e divise nei settori di "business" e "forze di sicurezza". Tra di queste, secondo gli sono già stati individuati potenziali "traghettatori" del Paese, in caso che una grave crisi politica porti all'allontanamento di Putin dal Cremlino. Si tratta, tra gli latri, del liberista ex ministro delle Finanze, Alexei Kudrin, del vice premier nazionalista Dmitri Rogozin e dell'ex candidato alle presidenziali, l'oligarca Mikhail Prokhorov.

"Putin è il guardiano del faro, ma sarebbe strano chiamarlo faro", commenta al quotidiano Moscow Times Alexei Mukhin, responsabile del Centro per l'informazione politica.

Nonostante le differenze tra i membri dei vari clan, la maggior parte di loro - evidenzia il rapporto - crede che le proteste di piazza non intaccheranno la stabilità politica ed economica russa. Il movimento dei "nastri bianchi" - nato a dicembre scorso per protestare contro i brogli elettorali - ha promesso di dare battaglia alla corruzione e alle pratiche illegali che caratterizzano l'elite del Paese. La prossima manifestazione in programma, dopo la 'pausa-estiva, è prevista per il 15 settembre a Mosca e in altre città della Russia. 

 

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