04/06/2005, 00.00
CINA
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Ex studente di Tiananmen: "La storia è dalla nostra parte"

Secondo Wang Dan  le "inevitabili" riforme politiche che attendono la Cina vendicheranno il movimento del 4 giugno. Oggi, 16esimo anniversario del massacro a piazza Tiananmen, attese circa 50 mila persone per la fiaccolata annuale a Hong Kong.

Hong Kong (AsiaNews/Scmp) – Un'altra voce si aggiunge al coro di critiche a Pechino perchè lancia accuse di revisionismo storico al Giappone, ma non ammette le gravi colpe dello stesso governo cinese impegnato nella sistematica  cancellazione del massacro di piazza Tiananmen. La voce è quella di Wang Dan, tra i leader del movimento democratico del 4 giugno. All'epoca della repressione del movimento stesso a piazza Tiananmen – 4 giugno 1989, oggi ricorre l'anniversario - Wang era studente all'Università di Pechino.

"È sicuramente irritante che il Giappone abbia rifiutato di ammettere le atrocità commesse durante la guerra – sostiene Wang – ma sono i cittadini e non il governo cinese ad avere il diritto di essere arrabbiati: nei libri di storia in Cina non si trova una riga sul 4 giugno e la Rivoluzione culturale. Il nostro governo si comporta come quello giapponese".

Il 28 maggio scorso, il gruppo delle "Madri di Tiananmen", formato da 125 familiari delle vittime della strage di 16 anni fa ha scritto una lettera aperta indirizzata al presidente cinese Hu Jintao. Nella lettera si consiglia al regime comunista di "chiedere perdono davanti alla Storia", accusandolo di essere "più bravo di quegli elementi della destra giapponese che avevano tentato di cancellare dalla storia il massacro di Nanchino".

Oggi ad Hong Kong verrà trasmesso un messaggio registrato da Ding Zilin, che guida il gruppo delle madri. A Tiananmen la donna perse il figlio 17enne.

Al Victoria Park di Hong Kong questa sera si terrà una fiaccolata in ricordo delle vittime del massacro; gli organizzatori si aspettano la partecipazione di 40 mila – 50 mila persone; cifre simili a quelle dell'anno scorso.

Secondo Wang, che ora vive in esilio e studia per un dottorato in storia all'Università di Harvard, Stati Uniti, il significato della repressione a piazza Tiananmen non svanirà perché la storia rende sempre giustizia agli offesi. "I manuali ci insegnano che la storia non dimentica nessun episodio ingiusto – dichiara – anche i fatti più iniqui un giorno saranno vendicati". Wang è convinto che le "inevitabili" riforme politiche che attendono la Cina nei prossimi 10 anni vendicheranno il movimento del 4 giugno.

"Nell'ultimo decennio la maggior parte delle trasformazioni in Cina sono state di carattere economico – continua – se queste non saranno accompagnate da altrettante riforme sul piano politico, sorgeranno numerosi problemi sociali". Egli cita come maggiori minacce alla stabilità sociale la dilagante corruzione tra i funzionari statali e l'ingiustizia sociale.

Secondo Wang, attualmente a Taiwan per motivi di studio, in Cina sta emergendo la società civile. "È molto incoraggiante vedere persone come avvocati e giornalisti esporsi per combattere contro l'ingiustizia sociale. Sono la speranza della Cina".

Wang Dan è stato arrestato e condannato due volte (1989 e 1995) per cospirazione contro il Partito comunista. Dopo 7 anni nella prigione di Liaoning è stato esiliato nel 1998, scarcerato sulla parola. Oggi interverrà alla serata di commemorazione del 4 giugno alla Taiwan Foundation for Democracy a Taipei.

Il 4 giugno 1989 in piazza Tiananmen  le  truppe dell'esercito nazionale, appoggiate dai carri armati, massacrarono i manifestanti inermi che da oltre un mese invocavano democrazia e la fine della corruzione per la società cinese nelle strade della capitale cinese. Il bilancio di quel massacro non è mai stato pubblicato dal governo, ma organizzazione internazionali indipendenti dicono che attorno alla piazza, nelle vie laterali e nei giorni seguenti al 4 giugno sono stati uccisi alcune migliaia di persone.

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