03/01/2006, 00.00
NEPAL
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Finisce la tregua unilaterale dei ribelli maoisti in Nepal

Inutili le pressioni mondiali per mantenerla. Re Gyanendra, accusato di non avere rispettato la tregua, risponde che era solo un sotterfugio dei ribelli. Esplosioni in 3 città.

Kathmandu  (AsiaNews/Agenzie) – I ribelli maoisti ieri hanno dichiarato finita la tregua che avevano deciso unilateralmente contro il potere di re Gyanendra. Poche ore dopo bombe sono esplose in 3 città del Nepal.

Un'esplosione ha danneggiato un palazzo governativo nella città di Bhairahawa, 280 km. a sud ovest di Kathmandu, e un'altra ha colpito un ufficio comunale vicino a Butwal. Altre 2 esplosioni sono avvenute contro una stazione di polizia a Pokhara. Non ci sono feriti, né rivendicazioni.

Poche ore prima, i ribelli maoisti avevano dichiarato finita la tregua unilaterale iniziata il 3 settembre.

"La tregua – ha detto Pushpa Kamal Dahal, leader ribelle – è finita. Vogliamo sia chiaro che le nostre azioni sono rivolte contro il regime autocratico. Siamo costretti a riprendere le offensive non solo nell'interesse della pace e della democrazia, ma anche per nostra autodifesa".

Re Gyanendra, che da 11 mesi ha assunto ogni potere, non ha mai aderito alla tregua, considerata un sotterfugio dei maoisti per prendere tempo e riorganizzarsi. Secondo i ribelli, l'esercito ha attaccato le loro posizione anche durante il cessate-il-fuoco. I ribelli non hanno assalito obiettivi militari o civili, ma hanno continuato a bloccare le vie di comunicazione, estorcere denaro e rapire persone per indottrinarle.

A novembre i ribelli maoisti hanno costituito un'alleanza di massima con 7 partiti politici del Paese, per un'azione comune per ottenere la democrazia, tramite l'elezione di un'assemblea costituente per redigere una nuova costituzione e definire il futuro ruolo della monarchia. Dal 1990 in Nepal c'è stata una monarchia costituzionale governata dal Parlamento, fino alla presa di potere di re Gyanendra.

Tutti i partiti politici deplorano la fine dell'armistizio. "Il governo – accusa Arjun Narsingh del Nepali Congress, maggior partito del Paese – ha provocato la fine della pace. Ma noi continuiamo a chiedere a tutti i partiti di mantenere la pace".

La settimana scorsa Kofi Annan, segretario delle Nazioni Unite, e l'Unione europea hanno chiesto una proroga della tregua. India e Stati Uniti hanno espresso "preoccupazione".

Dal 1996, quando i maoisti hanno iniziato la rivolta per stabilire una repubblica comunista, sono morte oltre 12 mila persone.

Per febbraio il re ha fissato le elezioni comunali, preludio per quelle politiche. Il leader ribelle Prachanda ha detto che le impedirà, mentre i partiti d'opposizione invitano al boicottaggio e insistono per l'immediato ritorno a una democrazia multipartitica. (PB)

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