24/05/2024, 13.29
PAPUA NUOVA GUINEA
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Frana investe il villaggio di Kaokalam, decine le vittime

Secondo alcune fonti locali sarebbero oltre un centinaio, ma vi è incertezza sul dato e mancano numeri ufficiali. L’incidente avvenuto in un’area remota, che ostacola le operazioni dei soccorritori. Ignote le cause, gli esperti escludono piogge intense o terremoti. Fra le ipotesi le operazioni di scavo ed estrazione di una miniera d’oro nell’area. 

Port Moresby (AsiaNews) - Decine di persone, forse oltre un centinaio secondo alcune stime non confermate, sarebbero morte questa mattina a causa di una frana che ha seppellito un villaggio in una zona remota e montuosa della Papua Nuova Guinea. L’isolamento dell’area è una delle ragione che, oltre a rendere sommario il bilancio delle vittime, rendono più difficile l’intervento di emergenza e il lavoro dei soccorritori nel rinvenimento di eventuali sopravvissuti. 

Lo smottamento del terreno ha investito e coperto gran parte del villaggio di Kaokalam, nella provincia di Enga, circa 600 km a nord-ovest della capitale Port Moresby intorno alle 3 del mattino ora locale, come riferisce l’emittente australiana Abc. Fonti locali rilanciate dai media parlando di un bilancio sommario di oltre 100 vittime, ma le autorità non hanno ancora confermato il numero in un quadro di profonda incertezza. Al riguardo, gli abitanti dei villaggi dell’area affermano che il bilancio sarebbe di gran lunga superiore.

Il primo ministro James Marape ha dichiarato che le autorità stanno fornendo una risposta all’emergenza e renderanno note informazioni dettagliate, anche in termine di vite umane perse, appena saranno disponibili. “Devo ancora essere informato sulla situazione. Tuttavia, porgo le mie più sentite condoglianze - ha aggiungo il capo del governo - alle famiglie di coloro che hanno perso la vita nel disastro della frana nelle prime ore di questa mattina”. “Stiamo inviando i funzionari addetti alle catastrofi, la Forza di Difesa della PNG e il Dipartimento stradale per... iniziare i lavori di soccorso, il recupero dei corpi e la ricostruzione delle infrastrutture” ha concluso Marape. 

I video diffusi sui social media mostrano i residenti che estraggono i corpi sepolti sotto rocce e alberi. Elizabeth Laruma, che gestisce un’associazione imprenditoriale femminile a Porgera, una città della stessa provincia vicina alla miniera d’oro di Porgera, ha raccontato che le case sono state rase al suolo quando il fianco di una montagna ha ceduto. “Si è verificato quando la gente stava ancora dormendo nelle prime ore, e l'intero villaggio è crollato”, ha dichiarato Laruma. “Da quello che posso presumere, si tratta di oltre 100 persone che sono rimaste sepolte sotto il terreno”.

La frana ha bloccato la strada tra Porgera e il villaggio, sollevando preoccupazioni per l’approvvigionamento di carburante e merci della città. Belinda Kora, corrispondente Abc da Port Moresby, ha riferito che gli elicotteri sono l’unico modo per accedere al villaggio, che si trova in una regione montuosa interna nota come Highlands con la strada principale chiusa.

Oltre alle cause naturali, si fanno strada diversi ipotesi all’origine del disastro naturale. Una di queste è stata formulata dal geologo Dave Petley, riconosciuto come leader mondiale nello studio e nella gestione delle frane. “A prima vista, si tratta di un grosso cedimento di un pendio roccioso che si è trasformato in una valanga di roccia e detriti. Non ci sono indicazioni - spiega nel suo blog - che ci sia stato un evento scatenante, come piogge intense o un terremoto. Sarà interessante capire se il pendio è stato sottoposto a lavori di estrazione mineraria o di cava” ipotizzando dunque la mano dell’uomo alla base dell’incidente. “Si noti la superficie molto ripida e planare nella parte posteriore della cicatrice della frana e anche sul lato sinistro. Questo mi suggerisce - conclude - che la frana ha mobilitato piani di debolezza esistenti nell’ammasso roccioso”.

La Papua Nuova Guinea è una nazione diversificata, in via di sviluppo, composta per lo più da agricoltori di sussistenza con, al suo interno, 800 lingue diverse e poche strade al di fuori delle città più grandi. Con 10 milioni di persone, è anche la nazione più popolosa del Pacifico meridionale dopo l'Australia, che ne ospita circa 27 milioni.

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