08/05/2017, 15.04
MYANMAR
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Francesco e Aung San Suu Kyi: le prospettive per la Chiesa

“Ora è giunto il tempo delle vere motivazioni, di una catechesi più profonda, di una Chiesa anche istituzionale, che entri nella vita della gente”. “In un Paese dove un piccolo gruppo di persone ha tenuto per anni nelle proprie mani ogni potere, richiamare l’urgenza della giustizia è un dovere della Chiesa”.

Yangon (AsiaNews) – Uno straniero residente in Myanmar commenta lo storico incontro tra papa Francesco e Aung San Suu Kyi, che ha aperto le relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Myanmar. Di seguito pubblichiamo l’intervista integrale.

Quali sono le ragioni dietro quest'incontro, oltre all'apertura delle relazioni diplomatiche?

L’incontro con il Santo Padre, evento al centro del viaggio di Aung San Suu Kyi in Europa, era considerato in principio una “visita privata”. Solo in seguito, cosa sottolineata dalle prime pagine dei giornali birmani, si è saputo che il motivo principale era l’ufficializzazione dei rapporti diplomatici. Senza dubbio però il viaggio rientra nel processo che il governo sta intraprendendo per costruire relazioni e facilitare rapporti con le diverse religioni e i vari gruppi etnici del Paese.

Tuttavia, a livello politico l’impressione è che questa visita rappresenti un tentativo di “recupero di immagine” del governo del Myanmar di fronte alla comunità internazionale. I risultati delle recenti elezioni hanno indicato una certa perdita di consensi per il partito della Signora in diverse regioni del Paese. I silenzi di Aung San Suu Kyi sull’uccisione di Ko Ni, avvocato musulmano e suo stretto collaboratore, e sulle violenze ai danni dei Rohingya hanno suscitato polemiche in tutto il  mondo. Di recente, la presenza della leader birmana sul palcoscenico mondiale si è dunque fatta più frequente.

Quali sono le aspettative dei cattolici del Myanmar, in seguito a questo incontro?  

I cattolici hanno diverse aspettative, anche se ci vorrà del tempo affinché trovino risposta. Alcune delle tematiche che più li interessano sono ad esempio: l’abolizione dell’appartenenza religiosa sulla carta di identità, spesso fonte di discriminazione; il riconoscimento delle opere di carità che i cattolici hanno sempre compiuto in un Paese insanguinato da decenni di conflitti; la restituzione alla comunità cattolica delle oltre 70 scuole nazionalizzate in passato dal governo, anche se questo è un punto molto delicato. La mia paura è che una volta avuta la possibilità di gestire le scuole, queste diventino un eccessi vo dispendio di energie, facendo dimenticare tutto il resto che la Chiesa fa e tralasciando il senso primo della Chiesa stessa.

Come procede la vita della Chiesa in Myanmar?

Bene: da una parte mi pare che la Chiesa stia cercando il proprio ruolo all’interno di questo cammino nazionale di riconciliazione; dall’altra sembra un po’ impaurita da questa apertura, dai cambiamenti della società, dai giovani che studiano e che devono rendere ragione della propria fede davanti agli altri. È finito il tempo in cui si crede “per tradizione”; ora è giunto il tempo delle vere motivazioni, di una catechesi più profonda, di una Chiesa anche istituzionale, che entri nella vita della gente.

In che modo la Chiesa contribuisce allo sviluppo, alla giustizia e alla libertà in Myanmar?

La Chiesa cattolica è senza dubbio un elemento importante per il Myanmar, non perché sia forte e potente, ma perché è diffusa fra tutti i popoli che costituiscono questa nazione. Essa, in quanto punto di riferimento per i gruppi etnici minoritari, è un interessante interlocutore anche per il buddismo, con cui sta crescendo una sempre maggiore condivisione. Assieme ai cristiani delle diverse denominazioni, la Chiesa svolge un ruolo fondamentale per il cammino di pace ed è un richiamo per la giustizia sociale. In un Paese dove un piccolo gruppo di persone ha tenuto per anni nelle proprie mani ogni potere (politico, economico, finanziario, amministrativo), richiamare l’urgenza della giustizia è un dovere della Chiesa. E’ un processo lungo, con tante ambiguità’, ma non credo si possa tornare indietro.

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