28/09/2025, 12.44
ECCLESIA IN ASIA
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Giappone, il nuovo inizio della chiesa di Wajima

A venti mesi dal devastante terremoto nella penisola di Noto che la rase al suolo la diocesi di Nagoya ha vissuto la gioia della consacrazione di una chiesa interamente ricostruita. Con un segno importante per il futuro: oggi queste mura accolgono anche una ventina di filippini che proprio nella tragedia e nella solidarietà di cui questa piccola comunità è diventata l'epicentro l'hanno scoperta come casa.

Nagoya (AsiaNews/Agenzie) – Il 27 settembre è stata una giornata importante per la diocesi di Nagoya, la Chiesa cattolica della penisola di Noto, l’area giapponese colpita il 1 gennaio 2024 da un devastante terremoto che provocò oltre 650 morti e danni ingenti in tutta la prefettura di Ishikawa. In una giornata dal cielo limpido, il vescovo mons. Michael Matsuura Goro ha avuto infatti la gioia di presiedere la cerimonia della consacrazione della nuova chiesa di Wajima, la più danneggiata tra le parrocchie colpite dal sisma. Venti mesi fa il terremoto aveva completamente raso al suolo la piccola chiesa; durante tutto questo periodo la comunità ha dovuto riunirsi per la celebrazione della Messa in una sala del vicino asilo cattolico mentre l’edificio veniva ricostruito da zero.

Ieri dunque è stato il giorno della consacrazione presieduta da mons. Michael Matsuura Goro, con il rito dell’unzione dell’altare e delle croci con il crisma. Una liturgia trasmessa anche in streaming dalla diocesi, non solo per le piccole dimensioni della chiesa ma anche per condividere questo momento di festa con i tanti cattolici di tutto il Giappone che hanno generosamente sostenuto con la loro solidarietà le comunità colpite dal terremoto.

La consacrazione della nuova chiesa a Wajima è stato il segno significativo di un nuovo inizio. E non solo per via delle nuove mura ricostruite dopo le macerie. Dalla solidarietà vissuta nei giorni del terremoto è nato anche un incontro nuovo per questa comunità piccolissima, come gran parte delle parrocchie del Giappone.

“Quando sono diventato vescovo di questa diocesi dieci anni fa, la comunità della chiesa di Wajima era molto piccola, con appena quattro o cinque giapponesi che partecipavano alla Messa domenicale – ha scritto mons. Michael Matsuura Goro nel messaggio che annunciava l’inaugurazione -. Dopo il terremoto, invece, più di 20 filippini, in gran parte residenti nella città di Wajima, hanno iniziato a frequentarla. La maggior parte dei parrocchiani di Wajima è stata colpita dal disastro ed è stata sfollata in alloggi temporanei. Le donazioni provenienti da tutto il Paese alla diocesi di Nagoya hanno però reso possibile un sostegno finanziario e la costruzione della nuova chiesa di Wajima ha rappresentato un importante sostegno nella loro vita e nella loro fede”.

“Abbiamo ricevuto generose donazioni da parte di chiese, ordini religiosi, scuole cattoliche, istituzioni e singoli individui da tutto il Paese – continua il vescovo di Nagoya -. Grazie alla vostra generosità, abbiamo potuto fornire immediatamente un contributo di solidarietà una tantum a tutti i parrocchiani e al personale docente e non docente dell’asilo colpiti dal disastro nella zona di Noto, e offrire un sostegno economico proporzionato ai danni subiti dalle loro abitazioni nel settembre 2024. Ora siamo riusciti a ricostruire completamente la chiesa di Wajima: siamo veramente grati. Valuteremo anche la ricostruzione e la ristrutturazione della chiesa di Komatsu e di quella di Nanao (le altre due parrocchie colpite ndr)”.

“La chiesa di Wajima – conclude mons. Michael Matsuura Goro - è stata progettata per servire come una delle basi delle attività di soccorso del Centro di supporto Caritas, e continuerà a lavorare a favore delle vittime locali del disastro con la collaborazione dei volontari”.

 

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