20/11/2008, 00.00
VATICANO - PRO ORANTIBUS
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Giornata Pro Orantibus: i monasteri per la vita della Chiesa e del mondo

di Bernardo Cervellera
Da 55 anni la Chiesa dedica la Giornata del 21 novembre al valore della vita contemplativa, sostegno alla vita di tutti i battezzati, dei missionari e della società che senza Dio, diviene sempre meno umana. Il papa chiede di prendere a cuore le necessita materiali dei monasteri. La vita monastica in Asia è uno degli strumenti privilegiati della missione.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Cercare Dio e cercarlo attraverso Gesù Cristo che lo ha rivelato (cfr Gv 1,18), cercarlo fissando lo sguardo sulle realtà invisibili che sono eterne (cfr 2 Cor 4,18), nell’attesa della manifestazione gloriosa del Salvatore”: è questa per Benedetto XVI la vocazione di monaci e monache che da millenni abbandonano – solo in apparenza - il mondo per vivere nei monasteri. Proprio oggi il pontefice ha incontrato i membri della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, che celebra i suoi cento anni di vita. Nel “cercare Dio”, ha precisato il papa, i monaci e le monache realizzano la loro vocazione “per il bene di tutta la Chiesa”. Il  monachesimo, infatti, costituisce “per tutte le forme di vita religiosa e di consacrazione una memoria di ciò che è essenziale e ha il primato in ogni vita battesimale: cercare Cristo e nulla anteporre al suo amore”. C’è una “esemplarità” nella vita monastica, che sostiene ogni cristiano. Per questo vale la pena che ogni fedele abbia familiarità e amicizia con qualche monastero di clausura.

Anche le vocazioni missionarie sono aiutate da quelle monastiche, soprattutto quelle contemplative. Nel PIME, il Pontificio istituto missioni estere, molti missionari, anche fra quelli più giovani, coltivano un rapporto epistolare e di preghiera con qualche fratello o sorella degli ordini contemplativi. Questo aiuta i missionari a ricordare Chi li ha mandati e a rendere vivo il cuore di tutte le opere e attività, che è l’amore di Cristo.

“In monastero”, ha ancora detto oggi il papa, si apprende “a vivere da veri discepoli di Gesù in serena e perseverante comunione fraterna, accogliendo pure eventuali ospiti come Cristo stesso” e questo rende l’esperienza monastica un modello per tutti i cristiani. Anche l’appello del Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio, celebrato di recente a Roma, vede nei monaci e nelle monache i primi protagonisti nel “fare della Parola di Dio il cibo quotidiano, in particolare attraverso la pratica della lectio divina”.

Le vocazioni monastiche, soprattutto contemplative, sono di particolare attualità nel mondo di oggi, spesso tentato di costruire una società senza Dio, dove l’uomo si crede protagonista unico. Ma la frenesia e la presunzione sono dei cattivi maestri e le piaghe della società contemporanea – emarginazioni, violenze, manipolazioni della vita, guerre, disperazioni – testimoniano che senza “cercare Dio”, costruiamo un mondo contro l’uomo.

Da questa stima per le vocazioni contemplative è nata dal 1953 la Giornata Pro Orantibus. Dal ’55 essa è festeggiata il 21 novembre, memoria liturgica della Presentazione di Maria al Tempio. La scorsa domenica, 16 novembre, Benedetto XVI ha chiesto a tutti i fedeli di ringraziare “il Signore per le sorelle e i fratelli che hanno abbracciato questa missione dedicandosi totalmente alla preghiera e vivono di quanto ricevono dalla Provvidenza…. Care sorelle e cari fratelli, la vostra presenza nella Chiesa e nel mondo è indispensabile. Vi sono vicino e vi benedico con grande affetto!”. E ha aggiunto: “Preghiamo a nostra volta per loro e per le nuove vocazioni, e impegniamoci a sostenere i monasteri nelle necessità materiali”.

Sostenere i monasteri nelle loro “necessità materiali” è aiutare la Chiesa ad essere più viva e il mondo ad essere più umano.

Questo impegno è ancora più urgente in Asia, dove la missione della Chiesa in larga parte è fatta proprio dalle centinaia di monasteri contemplativi, impegnati nella preghiera, nella cura ai più poveri, nel dialogo con i contemplativi delle altre religioni. Lo testimoniano alcune storie che pubblichiamo oggi e domani su AsiaNews.it. Nell’Esortazione apostolica “Ecclesia in Asia”, Giovanni Paolo II ha sottolineato “l’intimo rapporto esistente tra vita consacrata e missione” e ha detto che “la Chiesa in Asia guarda con profondo rispetto ed apprezzamento alle comunità religiose contemplative come ad una sorgente speciale di forza e di ispirazione” (n. 44).

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