03/11/2022, 10.30
LANTERNE ROSSE
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Gli Usa vogliono ‘alleanza democratica’ contro l’industria cinese dei microchip

Chiesto a Giappone, Corea del Sud, Taiwan ed Europa di aderire alle restrizioni all’export in Cina di tecnologia per la produzione di semiconduttori. Con la “Chip Alliance” Biden punta a creare una filiera di approvvigionamento che esclude Pechino. L’esempio del bando al 5G di Huawei.

Washington (AsiaNews) – Gli Stati Uniti vogliono creare una alleanza tra le “democrazie  hi-tech” per limitare i progressi dell’industria cinese dei microchip: un tentativo di bloccare lo sviluppo del programma militare cinese, e un altro capitolo nella “guerra tecnlogica” tra le due potenze.

Washington chiede ad alleati come Giappone, Corea del Sud, Taiwan ed Europa di aderire alle sue restrizioni all’export in Cina di tecnologia avanzata per la produzione di semiconduttori. Il 7 ottobre il governo Usa ha annunciato ampi divieti alla vendita a entità cinesi di strumenti per la produzione di microchip e di software per la loro progettazione. Introdotte anche limitazioni alla possibilità per cittadini statunitensi di lavorare per le aziende di settore in Cina o di fare affari con loro.

Secondo quanto riporta Nikkei Asia, gli Stati Uniti controllano il 12% del mercato mondiale dei semiconduttori, usati in tutti i sistemi elettronici. Taiwan e Corea del Sud detengono il 20%; il Giappone ha il 15%.

Le imprese tecnologiche Usa, come quelle nipponiche, sudcoreane e taiwanesi, hanno mostrato riserve rispetto alle mosse di Washington: in una fase di crisi globale non vogliono perdere il ricco mercato cinese, soprattutto per quanto riguarda la fornitura di macchinari per la produzione di chip.

La scorsa primavera gli Usa hanno proposto una “Chip Alliance” con Giappone, Corea del Sud e Taiwan. L’intento dell’amministrazione Biden è di dare vita a una filiera autonoma di approvvigionamento nel comparto microchip con il coinvolgimento di alleati e Paesi amici – e l’esclusione della Cina.

L’iniziativa rimane ancora tutta da definire, ma Washington si aspetta che i partecipanti contribuiscano agli sforzi per “isolare” la Cina  nel campo dei microchip. Osservatori fanno notare però che i recenti divieti avranno uno scarso impatto sullo sviluppo militare cinese: i limiti coprono il mercato dei chip più sofisticati, mentre i sistemi d’arma di Pechino usano ancora semiconduttori meno avanzati.

La leadership cinese non può certo trascurare la sfida lanciata da Washington. Il crollo finanziario di Huawei dopo i bandi imposti dagli Stati Uniti ai suoi prodotti 5G, seguiti poi da altri Paesi, è un monito per Pechino.

 

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