08/11/2007, 00.00
SRI LANKA
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Gravi scontri al nord, il governo annuncia budget record per la Difesa

Confermata la morte di 60 ribelli e 11 soldati negli scontri di ieri nella penisola di Jaffna. Per le Tigri sono 20 i militari uccisi. Il presidente Rajapakse programma un aumento record dei fondi alla Difesa, che per il 2008 dovrebbe disporre di 1,5 miliardi di dollari.
Colombo (AsiaNews/Agenzie) - Violenti scontri nella penisola di Jaffna, nord Sri Lanka, fra le forze regolari e i ribelli tamil hanno causato la morte di 60 ribelli separatisti e di 11 soldati. Analisti osservano che le due parti si stanno preparando per una grande battaglia al nord, mentre il governo annuncia una finanziaria, che prevede un aumento record dei fondi destinati alla Difesa.
 
Il bilancio ufficiale delle vittime dei combattimenti di ieri a Muhamalai non coincide, però, con i dati forniti dai ribelli. Secondo un comunicato diffuso dalle Ltte (Liberation Tigers of Tamil Eelam) sarebbero 20 i soldati dell'esercito regolare ad avere perso la vita e più di 100 quelli rimasti feriti.
 
La situazione nelle zone nord della ex Ceylon, si deteriora sempre più. E sembra allontanarsi la possibilità di trovare una soluzione diplomatica a quella che ormai è di nuovo piena guerra civile. Ieri il presidente dello Sri Lanka Mahinda Rajapakse ha chiesto al Parlamento di appoggiare, nella Finanziaria 2008, quello che è il più alto budget per spese militari mai previsto nel Paese. Rajapakse, che guida anche i dicasteri di Difesa e Finanza, ha annunciato fondi per un 1,5 miliardi di dollari da destinare all’esercito, un aumento del 20 % rispetto al 2007. “Non abbiamo alternative se non sradicare del tutto il terrorismo”, ha detto il capo di Stato in un discorso trasmesso in Tv. Nonostante la perdita delle zone orientali, i separatisti controllano ancora una vasta aera nel nord dell’isola.
 
Da oltre 20 anni le Ltte combattono contro le forze regolari per ottenere l’autonomia dei territori a nord e ad est, a maggioranza tamil. Finora il conflitto ha causato circa 70mila morti. Il cessate-il-fuoco siglato nel 2002 è stato più volte violato da entrambe le parti ed è ormai valido solo sulla carta. 
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