22/09/2020, 15.07
HONG KONG-CINA
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Hong Kong: la polizia riconoscerà solo i giornali autorizzati dal governo

Non basterà più l’accredito stampa rilasciato dalle associazioni di categoria. La misura mira a colpire i giovani reporter freelance che coprono le manifestazioni anti-governative. Otto sigle sindacali chiedono il ritiro delle nuove linee guida e accusano le Forze dell’ordine di usare la violenza contro i propri iscritti.

Hong Kong (AsiaNews) – La polizia riconoscerà gli accrediti stampa solo dei giornalisti che lavorano per pubblicazioni registrate negli elenchi dell’autorità cittadina per le comunicazioni o per “media stranieri riconosciuti a livello internazionale”. Da oggi in poi, ha dichiarato l’Ufficio stampa delle Forze dell’ordine, i reporter che presentano credenziali rilasciate dalle associazioni dei giornalisti non potranno più partecipare alle conferenze stampa della polizia; essi non avranno più accesso neanche alle aree soggette a restrizioni per motivi di sicurezza.

Per le autorità di sicurezza dell’ex colonia britannica, le limitazioni serviranno a impedire che “falsi giornalisti” ostacolino il loro lavoro. Il loro riferimento è ai tanti reporter freelance, soprattutto giovani studenti, che da oltre un anno raccontano le manifestazioni del movimento pro-democrazia.

In una dichiarazione congiunta, otto sindacati di settore – inclusa la Hong Kong Journalist Association -  hanno condannato la decisione della polizia, chiedendo che le nuove linee guida siano ritirate. Le associazioni dei giornalisti accusano da tempo le Forze dell’ordine di impedire ai media di fare il proprio lavoro e di usare in modo eccessivo la forza nei loro confronti. Lo stesso capo della polizia, Chris Tang, ha ammesso che durante una manifestante filo-democrazia in maggio diversi giornalisti hanno subito un “trattamento indesiderabile”.

La stretta contro i media locali è aumentata con l’adozione della nuova legge sulla sicurezza voluta da Pechino. Il caso più eclatante è quello dell’editore Jimmy Lai, proprietario di Apple Daily, arrestato in agosto  - e poi rilasciato su cauzione – in base alla draconiana normativa.

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