21/11/2005, 00.00
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I vescovi: necessaria per tutto il Medio oriente la presenza dei cristiani libanesi

di Youssef Hourany

Appello alla comunità internazionale al termine dell'assemblea dei patriarchi e dei vescovi. La necessità di un cammino di formazione cristiana per "seminare il risveglio". Il card. Sfeir ricorda il valore dell'indipendenza.

Beirut (AsiaNews) - La comunità internazionale mantenga le sue promesse verso il Libano e verso i cristiani del Libano, perché "la presenza cristiana in Libano è una condizione necessaria ed indispensabile pe la prosperita e la difesa della presenza cristiana in tutto il Medio Oriente". E' l'appello contenuto nel messaggio conclusivo della 39/ma assemblea che ha riunito i 61 patriarchi e vescovi cattolici del Libano.

L'assemblea è stata dedicata alla formazione degli adulti, vista anche come mezzo per permettere ai cattolici di essere presenti nel futuro della società libanese. Ai lavori hanno portato un contributo anche esperti e studiosi ortodossi. L'assemblea ha voluto inviare parole di fede e di speranza a tutti i cristiani del Libano e in modo speciale ai cattolici, che stanno vivendo un momemento difficile per le delusioni dovute allo sviluppo della situazione e condizionati a volte dalla "carenza della formazione cristiana, umana e spirituale...". Il messaggio insiste sulla necessita di cominciare un nuovo cammino formativo capace di "seminare il risveglio".

I padri hanno insistito nel lorio messaggio finale sull'importanza dei centri di formazione teologica, diffusi in molte diocesi, accolti con molta soddisfazione da parte dei fedeli e molto  frequentati da persone desiderose di vivere la loro fede in una maniera coerente ed hanno consgliato come testo base per qualsiasi cammino formativo il Catechismo della Chiesa cattolica.

I patriarchi ed i vescovi cattolici hanno sottolineato inoltre il ruolo insostituibile della famiglia, della parocchia e dei movimenti apostolici sorti in questi ultimi anni a favore della formazione degli adulti ed hanno espresso la loro preoccupazione per l'aumento dei problemi e il pericolo che sta affrontando la famiglia cristiana in Libano, a causa delle difficoltà di natura anche economica. I presuli hanno lanciato un appello a sostenere le famiglie che sono in crisi ed hanno elogiato gli sforzi di molti responsabili ed agenti pastorali a favore del matrimonio religioso che sta vivendo un momento di difficoltà, dovuta ai matrimoni misti, alle unioni libere ed al divorzio. C'è però un gran numero di libanesi che continua ad esprimere il suo  attaccamento al matrimonio religioso come "unico legame approvato tra l'uomo e la donna" e che rifiuta tutte le altri forme d'unione ed ilmessaggio chiede ai responsabili politici e religiosi di appoggiare le famiglie e contribuire a farle uscire dalle loro crisi.

Il messaggio finale sottolinea anche il valore ed il merito dei mezzi di comunicazioni sociale, diffusisi molto in questi ultimi vent'anni ed hanno rivolto un appello a tutti per sostenere questi mezzi di communicazione, definiti "Il Nuovo Areopago". Il messaggio esorime solidarietà con la radio "Voce della Carità", vittima di un'auto-bomba e legge come "segno dei tempi" la presenza di più di 75 riviste cristiane che costituiscono una ricchezza enorme per il tessuto sociale libanese e per il mondo arabo tutt'intero. I vescovi hanno anche espresso la loro volonta di diffondere un giornale cattolico quotidiano, come l'Avvenire o "L'Osservatore Romano".

Dal canto suo il patriarca maronita Nasralah Sfeir ha ricordato ieri il valore dell'indipendenza, alla viglia della 62.ma festa dell'indipendenza del Libano, che sarà celebrata domani, 22 novembre. Il card. Sfeir ha chiesto inoltre a tutti di contribuire alla rinascita della democrazia nel Paese.

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