17/05/2007, 00.00
VATICANO - ISRAELE
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Il 21 maggio Plenaria di lavoro Santa Sede-Israele

di Arieh Cohen
E’ la prima dopo 5 anni. La riunione fissata per lo scorso marzo, era stata cancellata all’ultimo momento. Un parere dell’esperto p. David M. Jaeger.

Tel Aviv (AsiaNews) - Per la prima volta dopo cinque anni, i principali negoziatori per la Santa Sede e lo Stato di Israele si incontreranno in Vaticano il prossimo lunedì 21 maggio, nel quadro della Plenaria della Commissione bilaterale permanente di lavoro tra Santa Sede e Stato di Israele. L’ultima Plenaria si è tenuta il 12 marzo 2002. Questa nuova riunione della Plenaria era stata programmata per il 29 marzo scorso, ma Israele ha annullato all’ultimo momento l’invio della propria delegazione, spiegando che il Capo della propria delegazione, il direttore generale del dicastero degli esteri, era costretto a rimanere a casa per un cumulo inatteso d’impegni di politica estera.

Secondo il protocollo, il Capo della delegazione della Santa Sede sarà il sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati,  mons. Pietro Parolin.

Il compito specifico della Plenaria sarà di compiere qualche progresso significativo nei negoziati sull’ “accordo complessivo”. Esso prevede piste per la sicurezza delle proprietà religiose della Chiesa Cattolica in Israele, e la riconferma delle storiche esenzioni fiscali, che la Chiesa già possedeva al momento della nascita dello Stato di Israele, e che le Nazioni Uniti avevano deciso dovessero essere onorate dallo Stato Ebraico.

Questo “accordo complessivo” è richiesto dall’Accordo fondamentale, che Israele ha firmato con la Santa Sede il 30 dicembre 1993. Nonostante ciò, i relativi negoziati si trascinano senza esito ormai da più di otto anni, dall’11 marzo 1999.

Secondo osservatori esperti, tali lungaggini sono in parte dovuti al fatto che i negoziati si sono tenuti solo sporadicamente, con lunghissime interruzioni,  mentre la mole di lavoro da compiere richiederebbe negoziati sostenuti. E’ di questo avviso anche il padre francescano David-Maria A. Jaeger, massimo esperto dei rapporti Chiesa-Stato in Israele. Raggiunto al telefono da AsiaNews egli dice: “ Scrivere un trattato di tale complessità richiede molto lavoro e - più di qualsiasi altra cosa - richiede tempo. In più, il tempo deve essere anche continuativo per permettere alle trattative di produrre fatti significativi. Non c’è motivo oggettivo  per cui i negoziati non debbano avere successo. La Chiesa non si attende altro che l’ulteriore riconoscimento formale dei diritti da essa già acquisiti in precedenza, insieme a certe garanzie fondamentali per la sicurezza legale dei suoi luoghi sacri. Allo Stato non costerebbe nulla dare il proprio accordo, e farlo significherebbe anche essere coerente con le promesse fatte in pubblico tante volte nel corso nei decenni. In ogni caso, scrivere tutto nello stile appropriato ad un testo giuridico di questo natura, esige tempo e sforzo.”

Nessuno è pronto ad avventurarsi in previsioni circa il risultato concreto della Plenaria di lunedì, anche se una fonte vicina ai negoziati esprime un “cauto ottimismo”. La stessa fonte sottolinea subito che, in ogni caso, una sola riunione non basta per concludere i negoziati, ma che questa prossima potrebbe dare un apporto decisivo al raggiungimento di tale obiettivo, stabilendo un piano per il proseguimento dei negoziati, e fissando gli appuntamenti in numero sufficiente per le trattative.  “I negoziati”, spiega la fonte, “devono cessare di essere sporadici, occasionali, e diventare invece veramente sistematici, andando avanti a ritmo sostenuto, perché si possa davvero giungerea concludere l’Accordo”.

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