Il Bhutan punta sulle criptovalute per rilanciare il turismo (e pagare gli stipendi pubblici)
Il piccolo regno himalayano sta puntando sulla moneta virtuale per modernizzare l’economia e favorire l'arrivo di nomadi digitali. Il governo alimenta le sue riserve (le seste più grandi al mondo) grazie all’energia idroelettrica, una risorsa abbondante e sostenibile nel Paese. Restano comunque le sfide legate alla volatilità dei mercati digitali, alla necessità di formazione e alla prevenzione di frodi.
Thimphu (AsiaNews) – Il Bhutan sta pensando di attirare nuovi turisti anche grazie a una propria criptovaluta, che sarà utilizzata per finanziare gli stipendi statali e prodotta grazie all’ampia disponibilità di energia idroelettrica.
Il piccolo regno himalayano incastonato tra India e Cina aveva introdotto già nel 2023 un aumento degli stipendi pubblici del 50% per evitare la fuga di personale qualificato, una misura che ha effettivamente ridotto le dimissioni nei mesi successivi, scendendo a poco più di 500, rispetto alle quasi 1.900 dello stesso periodo dell’anno precedente.
Ma la rivoluzione digitale del Bhutan non si ferma qui: a maggio il Paese ha introdotto un sistema nazionale per il pagamento dei servizi turistici tramite criptovalute: dai visti ai voli, dagli hotel all’ingresso nei monasteri. Il sistema è sostenuto da Binance Pay e dalla DK Bank, banca nazionale già completamente digitalizzata che coinvolge già oltre mille esercenti.
“In Bhutan il sistema è semplice, sicuro e stabile: i pagamenti vengono fatti in criptovalute, ma i commercianti ricevono subito il controvalore nella valuta locale, lo ngultrum”, ha spiegato Richard Teng, amministratore di Binance.
L’iniziativa si inserisce in una strategia di rilancio del turismo, settore chiave per l’economia del Bhutan, secondo la formula “pochi visitatori ma di alto valore”. Dopo il crollo registrato durante la pandemia di covid-19, il governo ha dimezzato fino al 2027 la tassa giornaliera per i turisti, portandola a 100 dollari, con l’obiettivo di raddoppiare gli arrivi entro il 2026 e aumentare l’apporto all’economia del 5-20%. Lo scorso anno 145,065 persone hanno visitato il Paese.
Le autorità sperano ora di attrarre anche i nomadi digitali. Secondo uno studio di Binance e Travala, chi paga in criptovalute tende a spendere il doppio rispetto agli altri turisti e a fermarsi più a lungo.
Tuttavia il progetto necessita anche di una maggiore formazione in materia. “Siamo una nazione piccola, ma stiamo diventando una nazione smart”, ha detto al South China Morning Post Rinzin Lhamo, direttrice dell’hotel Zhiwaling Heritage di Paro. “Serve però più formazione da parte del governo per capire davvero come usare le criptovalute”.
Il Bhutan ha iniziato a minare bitcoin nel 2018 grazie alla grande disponibilità di energia idroelettrica, che è pulita, economica e abbondante. Secondo la piattaforma Arkham Intelligence, il Paese oggi possiede riserve per circa 1,28 miliardi di dollari in bitcoin, il sesto stock governativo al mondo. Un modello che potrebbe ispirare anche altri Stati che hanno accesso alla produzione di energia a basso costo.
Ulteriori difficoltà nell’attuazione del progetto potrebbero essere legate alla volatilità delle criptovalute, mentre alcuni esperti temono anche truffe e la circolazione di token non affidabili. Per questa ragione, la “Gelephu Mindfulness City”, un mega progetto infrastrutturale in costruzione vicino al confine indiano, servirà da laboratorio, in cui saranno ammesse solo monete digitali affidabili. “Il nostro approccio normativo è pragmatico”, ha spiegato Hobeng Lim, responsabile dei servizi finanziari del progetto. “Individuiamo i rischi e imponiamo dei controlli”.
24/01/2022 08:58