Il Giappone sfida la Cina sui giacimenti di gas
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) Il Giappone ha avviato le procedure per assegnare i diritti di esplorazione dei giacimenti di gas nelle acque del Mare cinese orientale, in una zona rivendicata anche da Pechino. La decisione rischia di peggiorare le tensioni tra i due paesi dopo le violente proteste antigiapponesi registratesi nel fine settimana scorso in Cina.
Oggi, in una dichiarazione ufficiale, il ministro dell'Economia giapponese ha detto che comincerà ad esaminare le richieste delle compagnie che vogliono esplorare i giacimenti di gas nelle acque contese. Cina e Giappone non hanno mai stabilito un accordo sui confini marittimi. Hiroyuki Hosoda, portavoce del governo, ha specificato che la decisione non è legata all'escalation di tensioni tra Pechino e Tokyo. Le compagnie giapponesi aspettano da 40 anni le autorizzazioni per poter trivellare la zona considerata ricca di riserve di gas naturale e petrolio.
Negli ultimi anni la Cina ha compiuto diverse ricerche nell'area contesa, rifiutando le richieste giapponesi di renderne noti i risultati o interromperle.
Entrambi i paesi dipendono in modo elevato dall'energia importata e entrambi sono in cerca di nuove fonti energetiche per alimentare le rispettive economie.
In passato Pechino aveva dichiarato che il Mare cinese orientale era uno dei nodi da sciogliere nelle relazioni con Tokyo.
Secondo analisti in Cina le due potenze asiatiche sono in concorrenza per stabilire chi deterrà la supremazia sul continente. In gioco c'è anche la richiesta del Giappone di un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza Onu. Il premier cinese Wen Jiabao ha detto che il finchè il Giappone non affronterà le sue responsabilità storiche, non sarà pronto ad occupare il seggio Onu.
Nobutaka Machimura, ministro degli Esteri giapponese, arriverà sabato prossimo a Pechino per cercare di risolvere gli attuali dissidi.