31/07/2006, 00.00
Libano – Israele
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Il Medio Oriente in lutto dopo il massacro di Qana

A Beirut è giorno di lutto nazionale. Israele proclama un cessate-il-fuoco di 48 ore. La condanna del patriarca Sfeir. Nella stampa araba pessimismo per un escalation della violenza.

Beirut (AsiaNews) - "Barbarico", "un massacro", "carneficina": sono i titoli a caratteri cubitali dei giornali del Medio Oriente che cercano di esprimere tutta l'ira montante del mondo arabo contro il massacro di Qana, provocato dal raid aereo israeliano di ieri. L'attacco ha provocato la morte di almeno 52 persone, fra cui 30 bambini. Secondo il governo israeliano le case colpite a Qana erano usate dai guerriglieri hezbollah come basi per il lancio di missili.

Ma lo scandalo in tutto il mondo è molto forte, tanto che Israele ha deciso un autonomo cessate-il-fuoco di 48 ore, dopo settimane di inutili richieste da parte della comunità internazionale. Anche Condoleezza Rice, segretario di Stato Usa, partendo da Gerusalemme alla volta di Washington, ha detto che entro la settimana, si potrebbe giungere a "un cessate-il-fuoco e a una soluzione durevole" per il Libano.

Intanto il governo libanese ha annunciato oggi una giornata di lutto nazionale in segno di protesta e di dolore per il massacro di Qana. Banche, uffici, negozi sono rimasti chiusi e tutte le bandiere sono state esposte a mezz'asta o listate di nero.

Il patriarca maronita Nasrallah Sfeir, dalla sua sede estiva di Dimane (nord Libano), ha espresso oggi di nuovo la sua preoccupazione contro il silenzio del mondo di fronte a un paese che Giovanni Paolo II ha definito "Libano-Messaggio", per sottolineare le caratteristiche uniche di convivenza fra cristiani e musulmani.

Il Patriarca Sfeir ha esortato i responsabili del mondo, e soprattutto l'Onu perché accrescano gli sforzi per arrivare ad un cessate-il-fuoco. Il patriarca si è detto deluso perché la tregua di 48 ore annunciata da Israele per lasciare spazio agli aiuti umanitari, è stata violata dall'esercito israeliano che continua a bombardare la città di Tiro, Bent Jbeil, Marjayoun e alcune zone della Bekaa.

Ad ogni modo, alcuni settori della stampa libanese vedono il cessate-il fuoco unilaterale come una possibilità che le armi possano finalmente tacere nel conflitto Israele – Hezbollah. Ma il giornale in lingua francese L'Orient-le Jour ha una visione più pessimista: "La carneficina compiuta domenica – esso dice – è un invito israeliano per una escalation della violenza e del lancio di missili fino a Tel Aviv".

In effetti gli Hezbollah hanno già  minacciato che useranno missili con gittata più lunga e colpiranno obiettivi civili israeliani in risposta alle uccisioni di Qana. Anche un parlamentare di Hamas prevede che vi saranno nuovi attacchi suicidi in Israele.

Ad Amman, il Jordan Times sottolinea che "la sola cosa che Israele ha guadagnato è di crearsi più nemici nella regione e di un senso di ripulsa da parte della comunità internazionale".

In Siria – che Israele accusa di armare gli Hezbollah insieme all'Iran – i giornali spingono verso una rappresaglia contro Israele. Il quotidiano Tishrin ha avvertito che il massacro di domenica non resterà impunito. "La punizione – si dice – verrà dalle armi della resistenza". (YH)

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