27/04/2019, 09.00
NEPAL
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Il Nepal ricorda le vittime del terremoto del 2015

Il sisma di magnitudo 7,9 ha ucciso quasi 9mila abitanti, spazzato via il 90% delle case, centinaia di templi e siti protetti. Dopo quattro anni, il 50% degli sfollati ha un’abitazione. Rimane una diffusa corruzione che rallenta l’opera di ricostruzione.

Kathmandu (AsiaNews/Agenzie) – Con un minuto di silenzio alle 11:56 di mattina, ora della prima scossa del terribile terremoto di quattro anni fa, in tutto il Nepal sono state ricordate le circa 9mila persone morte nella catastrofe. Il 25 aprile 2015 il Paese himalayano è stato colpito da un potente sisma di magnitudo 7,9 che ha distrutto più del 90% delle case e centinaia di templi e siti protetti in tutta la valle di Kathmandu. Ad oggi l’opera di ricostruzione continua, ma circa il 50% degli sfollati ancora non ha una casa.

Due giorni fa il primo ministro K.P. Sharma Oli ha reso omaggio ai defunti presso il memoriale costruito in loro ricordo a Kathmandu, a Durbar Square, sito protetto dell’Unesco ricostruito dopo il terremoto. “Voglio porgere le mie condoglianze – ha detto – a tutti coloro che hanno perso la vita. Siamo qui per ricordare il dolore di quel giorno…ma è anche importante notare quanto lavoro è stato fatto negli ultimi quattro anni per ripristinare e ricostruire ciò che avevamo perso”.

Secondo l’Autorità nazionale per la ricostruzione, circa la metà delle famiglie rimaste senza casa a causa del sisma oggi vivono in una nuova abitazione. Tuttavia, dopo un lento inizio dell’opera di riedificazione, tutt’oggi rimangono pesanti ritardi a causa della diffusa corruzione dell’apparato statale, dei continui cambi al vertice e di una generalizzata confusione nella gestione.

Dopo il terremoto, ovunque nella comunità internazionale si è innescata una generosa gara di solidarietà. In tutto sono stati donati 9 miliardi di dollari. Per il governo però, i soldi non basteranno a ricostruire tutti gli edifici e le autorità di Kathmandu stimano in quattro miliardi i fondi mancanti. Ad ogni famiglia lo Stato ha prestato circa 3mila dollari in tre rate per la ricostruzione. Sushil Gyawali, a capo dell’agenzia statale fino al 2020, dichiara: “Abbiamo molto da fare. Termineremo nei prossimi 20 mesi”.

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