26/06/2012, 00.00
VATICANO - ITALIA
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Il Papa ai terremotati dell'Emilia Romagna: Non siete e non sarete soli

Benedetto XVI abbraccia i rappresentanti delle famiglie sfollate che vivono nelle tendopoli da diverse settimane. Elogio alla "socievolezza" e "laboriosità" della popolazione emiliana. Si può ricostruire con la solidarietà e con la forza della "Roccia del Dio Amore". Il papa dona 500mila euro per le famiglie terremotate.

Rovereto di Novi (AsiaNews) - "La situazione che state vivendo ha messo in luce un aspetto che vorrei fosse ben presente nel vostro cuore: non siete e non sarete soli! In questi giorni, in mezzo a tanta distruzione e dolore, voi avete visto e sentito come tanta gente si è mossa per esprimervi vicinanza, solidarietà, affetto; e questo attraverso tanti segni e aiuti concreti. La mia presenza in mezzo a voi vuole essere uno di questi segni di amore e di speranza. Guardando le vostre terre ho provato profonda commozione davanti a tante ferite, ma ho visto anche tante mani che le vogliono curare insieme a voi; ho visto che la vita ricomincia, vuole ricominciare con forza e coraggio, e questo è il segno più bello e luminoso". Così Benedetto XVI ha motivato la sua breve visita oggi alle popolazioni dell'Emilia Romagna colpite dal terremoto oltre un mese fa, il 20 e il 29 maggio, con una serie di scosse di assestamento che provano in profondità le certezze della ripresa. Centinaia di migliaia di famiglie, da allora, vivono sotto le tende e molte aziende sono state distrutte o pericolanti.

Benedetto XVI ha avuto parole di incoraggiamento per la popolazione colpita: "Voi  - ha detto - siete gente che tutti gli italiani stimano per la vostra umanità e socievolezza, per la laboriosità unita alla giovialità. Tutto ciò è ora messo a dura prova da questa situazione, ma essa non deve e non può intaccare quello che voi siete come popolo, la vostra storia e la vostra cultura. Rimanete fedeli alla vostra vocazione di gente fraterna e solidale, e affronterete ogni cosa con pazienza e determinazione, respingendo le tentazioni che purtroppo sono connesse a questi momenti di debolezza e di bisogno".

Il pontefice ha commentato il salmo 46: «Dio è per noi rifugio e fortezza, / aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce. / Perciò non temiamo se trema la terra, / se vacillano i monti nel fondo del mare» (Sal 46,2-3).

"Cari fratelli e sorelle - ha continuato - queste parole sembrano in contrasto con la paura che inevitabilmente si prova dopo un'esperienza come quella che voi avete vissuto. Una reazione immediata, che può imprimersi più profondamente, se il fenomeno si prolunga. Ma, in realtà, il Salmo non si riferisce a questo tipo di paura, e la sicurezza che afferma non è quella di super-uomini che non sono toccati dai sentimenti normali. La sicurezza di cui parla è quella della fede, per cui, sì, ci può essere la paura, l'angoscia - le ha provate anche Gesù - ma c'è soprattutto la certezza che Dio è con me; come il bambino che sa sempre di poter contare sulla mamma e sul papà, perché si sente amato, voluto, qualunque cosa accada. Così siamo noi rispetto a Dio: piccoli, fragili, ma sicuri nelle sue mani, cioè affidati al suo Amore che è solido come una roccia. Questo Amore noi lo vediamo in Cristo Crocifisso, che è il segno al tempo stesso del dolore e dell'amore. E' la rivelazione di Dio Amore, solidale con noi fino all'estrema umiliazione.

Su questa roccia, con questa ferma speranza, si può costruire, si può ricostruire".

Benedetto XVI era arrivato a Rovereto di Novi (Modena) verso le 10.15, trasportato in elicottero dal Vaticano. Prima di incontrare le autorità e diversi rappresentanti degli sfollati nelle tendopoli, si è fermato a pregare davanti alla chiesa di Santa Caterina di Alessandria, dove don Ivan Martini, il parroco, è  morto travolto dai calcinacci, nel tentativo di salvare una statua della Madonna all'interno dell'edificio.

Alla fine dell'incontro, il papa ha salutato vescovi, sacerdoti, autorità, e abbracciato uno ad uno i rappresentanti delle diverse tendopoli. Attraverso Cor Unum, Benedetto XVI aveva già donato 100mila euro per i terremotati. Oggi il Vaticano ha fatto un'ulteriore donazione di 500mila euro. La Conferenza episcopale italiana ha donato 3 milioni di euro.

Tutta la visita si è svolta con un profilo basso e semplice per volere dello stesso pontefice che non voleva disturbare l'opera di ricostruzione e di assistenza.

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