10/07/2013, 00.00
IRAN
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Il crollo della moneta iraniana colpisce soprattutto il settore della Sanità

Crolla il rial dopo l’ultima tornata di sanzioni economiche. La Sanità pubblica è il settore più colpito, con un aumento del 76% nel prezzo dei medicinali. Molti di questi hanno ormai un costo inaccessibile per buona parte degli iraniani.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - I tentativi di Teheran di contrastare il crollo della propria moneta hanno serie ripercussioni sul settore sanitario nazionale. La banca centrale iraniana, che fino alla scorsa settimana applicava tassi di cambio agevolati ai beni di prima necessità, come alimenti e medicinali, ha abolito infatti i sussidi a partire da sabato 6 luglio. L'aumento nel tasso di cambio rende inaccessibile a buona parte degli iraniani l'acquisto di molti prodotti farmaceutici d'importazione.

Lunedì 8 luglio, il quotidiano nazionale Etamaad ha parlato dell'applicazione di un unico tasso di cambio da parte della banca centrale e di un incremento del prezzo del dollaro del 102%. La notizia è stata confermata dal sito ufficiale della stessa banca.

Prima di sabato 6 luglio, il tasso di cambio per alimenti e medicinali era di 12mila rial per dollaro, ora il prezzo del dollaro per i suddetti beni è pari a 24mila rial. Il Parlamento, che ha approvato l'abolizione del precedente tasso di cambio, ha chiesto tuttavia al governo di garantire sostegno al ministero della Salute, primo acquirente di medicine dall'estero. I dettagli di tale compensazione non sono ancora stati illustrati.

Parlando con l'agenzia di notizie Fararu, Mohammed Hossein Qorbani, membro del comitato per la Sanità, ha dichiarato che "un sistema di assicurazione nazionale sarebbe la soluzione migliore, ma che né il ministero della Sanità né l'Organizzazione per la sicurezza sociale hanno i mezzi per pianificarlo". E aggiunge che "anche le compagnie di assicurazione private si sono mostrate riluttanti dopo l'aumento dal 40% al 90% del prezzo dei medicinali".

Le sanzioni economiche imposte da Europa e Stati Uniti aumentano la pressione finanziaria sulla Repubblica islamica, per dissuaderla dal portare avanti il proprio programma nucleare. L'ultima tornata, la nona dell'amministrazione Obama, è sopraggiunta l'1 luglio scorso, con il mirato obiettivo di colpire il valore della moneta nazionale. Come spiega Jay Carney, addetto stampa della Casa Bianca, "questa azione mira ad indebolire la moneta iraniana penalizzandola negli acquisti e nelle vendite con l'estero o nel mantenimento di cospicui fondi stranieri in rial".

 In un Iran vessato dalle sanzioni, la moneta nazionale sta vivendo un'inflazione senza precedenti, con una perdita pari ai due terzi del proprio valore in soli due anni:  Dai 16mila rial per dollaro agli inizi del 2012, ai 36mila del 30 aprile scorso. David Cohen, sottosegretario del Dipartimento del Tesoro per il terrorismo e l'intelligence finanziaria, spiega che "l'obiettivo è quello di incentivare, attraverso le sanzioni, il deprezzamento del rial al fine di renderlo inutilizzabile sul mercato internazionale".

 

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