01/02/2006, 00.00
Cina
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Il governo cinese è pronto a mediare con il villaggio di Taishi sulla corruzione

Un attivista per i diritti umani: "Le proteste contro la corruzione e la violenza della polizia mettono sotto pressione il governo: iniziano a fare concessioni serie".

Guangzhou (AsiaNews/Scmp) – Yang Maodong, attivista per i diritti umani, sostiene che il governo cinese è pronto al dialogo per risolvere la "questione Taishi". Yang – meglio conosciuto come Guo Feixiong – aiuta da tempo gli abitanti di questo villaggio del Guangdong nella loro lotta contro la corruzione della classe dirigente. 

Dal 29 luglio gli abitanti lottano contro il capo-villaggio, colpevole di aver venduto i terreni appartenenti al villaggio senza risarcire gli abitanti. La protesta ha coinvolto oltre 20 mila persone ed è finita sulle pagine dei giornali di tutto il mondo.

Yang sta preparando la richiesta di risarcimento per coloro che sono stati picchiati durante la protesta da parte di quelli che il governo definisce "sconosciuti assalitori", che continuano indisturbati a sorvegliare ogni ingresso del villaggio. "Il risarcimento – spiega l'attivista - è la pre-condizione necessaria per convincerci ad un dialogo fruttuoso".

Secondo Yang la soluzione è vicina "perché il governo provinciale è sotto pressione da parte interna ed esterna": la protesta di Taishi, la sparatoria con cui si è conclusa un'analoga protesta a Shanwei e le violenze avvenute a Zhongshan da parte della polizia, "stanno rovinando la reputazione del Guangdong". Il governo ha già rilasciato tutti coloro che erano stati arrestati durante la protesta ed ha accordato 10 mila yuan di risarcimento ad una donna anziana e alla famiglia di un bambino coinvolti in uno scontro.

Al momento la proposta ed l'impegno per il caso ha procurato a Yang solo la sorveglianza da parte della polizia 24 ore al giorno. Diverse persone, compresi membri del ministero cinese per la Sicurezza statale e dell'Amministrazione nazionale per la protezione dei segreti di stato, sono infatti al piano terra del palazzo dove vive Yang e lo seguono dovunque vada.

L'attivista è riuscito però, cambiando diversi mezzi di trasporto, a seminare il suo seguito ed è tornato negli scorsi giorni a Taishi, uno dei pochi esterni che è riuscito a visitare il villaggio dopo l'assalto dell'8 ottobre contro il deputato del Zhijiang Lu Banglie, che cercava di aiutare la popolazione "con la sua conoscenza della legge".

Gli "sconosciuti assalitori" hanno allontanato con la violenza anche due giornalisti – uno cinese ed uno francese – che cercavano di entrare nel villaggio per scriverne la storia, oltre ad un'avvocata, Guo Yan, colpita alle gambe ed alla schiena.

"Se daranno la giusta ricompensa a chi ha subito dei danni – dice Yang – potremo discutere della questione". L'attivista si dice "ottimista" sull'esito della vicenda perché a Taishi "gli abitanti lottano contro la corruzione", che è stata più volte definita dal Partito comunista cinese "il grande nemico da sconfiggere".

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