30/03/2006, 00.00
Cina
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Taishi, attivisti ed avvocati denunciano nuovi brogli elettorali

Non si fermano le proteste all'interno del piccolo villaggio del Guangdong che "lotta per la democrazia". I candidati sconfitti alle elezioni locali denunciano nuovi brogli ai seggi e vengono difesi da 38 fra i più famosi avvocati cinesi.  

Taishi (AsiaNews/Scmp) – I candidati democratici sconfitti alle elezioni per il Congresso popolare del villaggio di Taishi hanno assunto un'equipe di avvocati per denunciare la Commissione elettorale, accusata di brogli in sede di votazione.

Chen Yongmiao, Wang Yi e Fan Yafeng hanno accettato di seguire il caso insieme ad altri 35 altri legali, fra cui Gao Zhisheng, Guo Yan, Tang Jinling, Xu Zhiyon [ex deputato del Congresso popolare dell'Hubei ndr], Yao Lifa, Lu Banglie e Yang Maodong. Si tratta degli attivisti per i diritti umani e degli avvocati più noti del Paese, che hanno seguito il caso di Taishi per tutta la sua durata e l'hanno indicato come la "vera prova di democratizzazione della Cina".

Il piccolo villaggio di 2mila abitanti, vicino alla città di Yuwotou, nel Guangdong meridionale, è divenuto famoso in Cina e nel mondo per le proteste nate alla fine dell'aprile 2005, quando Chen Jinsheng, alto dirigente del Partito comunista, viene rieletto capo villaggio - carica simile a quella di sindaco - nonostante le accuse di appropriazione indebita e malversazione mosse contro di lui dagli abitanti. Il 28 luglio gli abitanti - con una petizione al governo locale - denunciano brogli elettorali, accusano Chen di appropriazione di denaro pubblico e ne chiedono la rimozione.

Il 29 luglio inizia una protesta pacifica, con scioperi della fame e blocchi stradali. Nei tre mesi successivi le autorità locali fanno intervenire la pubblica sicurezza che spara con cannoni ad acqua contro la folla ed arresta i dimostranti. Vengono pagati sicari che percuotono gli attivisti, i legali e i reporter stranieri. Le autorità rigettano la petizione, poi annunciano che è stata accolta, ma subito dopo comunicano che la protesta è finita.

Gli attivisti chiamati a difendere i candidati sconfitti sono gli stessi che si sono mossi per assicurare agli abitanti di Taishi costante aiuto e protezione, espressi tramite denunce internazionali ed un uso brillante del sistema giuridico.

"Vogliamo denunciare la Commissione elettorale per i brogli che ha commesso anche in queste elezioni – dice Yao Lifa – ma vogliamo anche che chiunque ha a cuore i diritti umani e la democrazia nel Paese si alzi in piedi e lo dimostri, firmando una petizione alla Commissione permanente dell'Assemblea nazionale del Popolo, che deve investigare sulla questione".

Il problema, però, è che la legislazione cinese non prevede il ricorso in sede elettorale. "Sappiamo che nessuna corte accetterà mai il nostro caso – sottolinea l'attivista – ma dobbiamo provarci lo stesso, anche solo per spingerli a migliorare il sistema".

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