31/12/2013, 00.00
CINA
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Il mito e le bugie di Mao Zedong opprimono ancora la Cina

di Bao Tong
Il grande statista smonta la retorica sulla figura del Grande Timoniere mostrando i suoi delitti e la ricerca della supremazia mondiale a tutti i costi. I milioni di morti del Grande Balzo in avanti; il sangue versato con la Rivoluzione culturale; l'oppressione degli intellettuali; il divieto di possedere la terra per i contadini; il divieto di sindacati per gli operai. Il mito di Mao resiste ed è sostenuto dalla leadership attuale perché garantisce il potere assoluto. Un'analisi dolorosa e spietata di Bao Tong, già collaboratore di Zhao Ziyang, per anni in prigione e ora agli arresti domiciliari per essersi schierato contro il massacro di Tiananmen.

Pechino (AsiaNews/Rfa) - Il XX secolo ha visto tre grandi miti politici. I miti di Hitler e Stalin sono stati distrutti, ma il mito di Mao Zedong opprime ancora la Cina di oggi. Non è difficile dare una valutazione complessiva di Mao Zedong, per avere un quadro completo di ciò che abbiamo davvero conquistato.

I libri di storia ci dicono che il popolo cinese ha raggiunto una rivoluzione democratica sotto la leadership di Mao Zedong. Questo è falso. La cosiddetta "Nuova democrazia" era una bufala inventata da Mao Zedong per competere con l'allora presidente Chiang Kai-shek sul potere politico. E' andata così: terra per i contadini; libertà per gli intellettuali; sviluppo industriale sotto la leadership dei lavoratori; un governo alla Lincoln per, da e del popolo; insieme alle quattro libertà fondamentali di Roosevelt, per l'intero popolo cinese. Già nel settembre 1949, Mao Zedong stava lavorando in modo alacre con i partiti democratici e con le diverse fazioni per completare il "programma comune". Ma non appena ha preso il potere, Mao ha rifiutato di pagare ogni debito assunto prima.

Mao era veloce

Egli era così veloce che nemmeno i suoi alleati Liu Shaoqi e Zhou Enlai riuscivano a stargli dietro. Con l'illusione della riforma agraria, il destino di tutti gli agricoltori è stato di perdere per sempre [la proprietà del] loro campo. Gli intellettuali hanno guadagnato di "essere riformati", mentre agli operai è stato vietato di scioperare e di fondare alcun sindacato autonomo. I proprietari  hanno "volontariamente" donato le loro ricchezze, mentre l'intero popolo cinese ha avuto tra le mani una "repubblica" per la quale non aveva il permesso di votare. E' stata questa la cosiddetta potente vittoria della rivoluzione democratica, la base del mito di Mao Zedong.

Finché Stalin era vivo, Mao non ha osato dire molto, ma con la morte di Stalin è venuta la sua tanto attesa opportunità di divenire capo del campo socialista. Ma ha preso la palla al balzo e ha rigettato la "Nuova democrazia" in favore del sogno socialista che secondo lui tutto il popolo cinese sognava con lui. La sua strategia era di impegnarsi in lotte politiche in cui quelli che lo seguivano avrebbero salva la vita; quelli che si opponevano sarebbero morti.

Un nuovo socialismo?

All'inizio, tutto quanto Mao conosceva del socialismo veniva da "Un breve corso sulla storia del Partito comunista sovietico". Dopo occorreva che lui stesso lo inventasse. L'intera popolazione ha dovuto lavorare, dibattere, studiare le "57 comuni", parte del Mao-pensiero, un metodo organizzativo testé inventato. Il suo programma iniziale era di competere con la Gran Bretagna e con l'America con il Grande Balzo in avanti [1958-1960]; il suo piano generale era di divenire il supremo leader mondiale di tutte le generazioni di rivoluzionari. Il diritto alla proprietà privata è stato abolito sotto Mao e riammesso solo nel 2007 con la egge sulla proprietà.

Il contributo di Mao al socialismo potrebbe essere rappresentato da uno "zero", se fosse possibile mettere da parte le decine di milioni di morti e i disastri piovuti su centinaia di milioni con un singolo tratto di penna.

Il fallimento della "linea delle masse" del 1958, il Grande Balzo in avanti, e le Comuni del popolo erano una perdita di faccia per il socialismo di Mao Zedong. Nel 1962, all'incontro politico di massa indetto dal Comitato centrale del partito comunista, era molto diffuso il sospetto verso le politiche di mao. Sembrava che perfino Liu Shaoqi, che aveva accarezzato Mao per anni, fosse stato risucchiato in questo pericoloso sentimento. Ciò ha spinto Mao ha lanciare una "rivoluzione senza fine" a fronte di enormi contrasti. Mao, il più grande giocatore d'azzardo al mondo, ha scommesso tutto il suo corpo e anima, costringendo l'intera nazione a divenire la sua vittima sacrificale.

Il sangue sparso

La gente è ormai abituata a parlare della Rivoluzione culturale [1966-1976], ma di fatto, lo spargimento di sangue è cominciato subito dopo quell'incontro di massa. Il tema fisso che Mao ha programmato e orchestrato per quei 14 anni di massacro era: "chiunque si oppone al presidente Mao sarà buttato giù". Ma mentre buttava giù i suoi oppositori, Mao ha preparato anche la sua personale caduta.

Alcuni riconoscono a Mao di aver "fondato" la Cina, come se la Cina non fosse una nazione o non esistesse prima, come se la gente dovesse essergli grata per avere una nazione, senza alcun riguardo a cosa quella nazione ha raggiunto. Ad ogni modo, non voglio dedicare molto spazio a questo dibattito.

Vi sono altri che applaudono le grandi e potenti politiche di Mao, che ha ottenuto che "il popolo cinese si è alzato in piedi": Ma forse vuol dire che essi vedono come una cosa stupefacente che il popolo cinese sia stato capace di stare in piedi con tutto il disordine che Mao ha gettato nel Paese! Non sprecherò parole su questo, eccetto che mettendo in luce 4 punti:

1) la vittoria sul fascismo nel 1945 e la conquista di un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza dell'Onu nel 1946 ci dice che il popolo cinese si era già alzato in piedi. Al contrario, quando Mao Zedong ha dichiarato che egli parteggiava per l'Unione sovietica "opponendosi all'America e aiutando la Corea" (più precisamente bisogna dire: "rafforzando Kim Il-Sung e aiutando la Corea"), sotto gli ordini di Stalin, non significa che esso [il popolo cinese] è stato di nuovo schiacciato?

2) Quando Mao Zedong ha formulato la sua strategia diplomatica di supremazia, non agiva come una forza di pace o di stabilità nel mondo. Per questo non c'è nulla di cui il popolo cinese deve andare orgoglioso.

3) Quante decine di milioni di nostri connazionali sono dovute morire di fame, mentre si esportavano enormi quantità di grano, per pagare la vanità delle sue preziose bombe atomiche, il cui valore era molto meno di tutti i canti e le danze della gente comune?

4) Se perfino Liu e Zhou si sono inginocchiati davanti a lui, chi altro c'era in Cina che poteva stargli di fronte?

Confidare nel mito

A questo punto abbiamo compreso con esattezza quanto Mao ha fatto per la gente e non dovrebbe essere difficile smontare il suo mito. L'unica cosa che complica la vicenda è il fatto che i successori di Mao non vogliono per nulla abbandonare il bottino della sua vittoria militare. Questi successori così potenti sono troppo felici di perpetuare in eterno il mito di Mao, infondendo il mito del "salvatore" nel sangue delle generazioni che si susseguono, dalla culla in poi. L'eredità di Mao, alla fine, comprende anche il bavaglio sulla pubblica opinione; un regime non eletto;  una "armoniosa" cospirazione fra i tre poteri [esecutivo, giudiziario, legislativo-ndr]; manifatture di massa e aborti di giustizia. Fra tutti, la cosa più importante è l'assoluto potere della leadership, perché chiunque lo possiede, possiede nelle sue mani il potere su centinaia di milioni di operai. Il potere è insieme verità e legittimità; esso è insieme il magico, leggendario, invincibile albero della ricchezza e il definitivo tocco di Mida. Per questo è importante che la gente venga a vederlo da sé; non possono essere "unificati" e [costretti a] credervi.

 

 

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