14/10/2005, 00.00
ASIA – EUROPA
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Il mondo è impreparato a una pandemia da influenza aviaria

L'influenza aviaria arriva in Europa. Non esiste ancora un vaccino specifico. Aumentano le misure per isolare il contagio.

Bruxelles (AsiaNews/Agenzie) – L'influenza aviaria è arrivata in Europa, prima del previsto, e tutti gli Stati temono una pandemia contro la quale ancora non c'è vaccino. Ieri l'Unione Europea ha confermato che in Turchia è presente il virus H5N1. Markos Kyprianou, capo della Protezione della salute e dei consumatori dell'Ue, precisa che il virus trovato in Turchia è lo stesso diffuso al confine della Russia, in Mongolia e in Cina a conferma che il virus ha viaggiato con gli uccelli migratori. Gli esami confermano che in Romania il pollame è colpito dallo stesso ceppo virale.

L'Ue ha proibito l'importazione di uccelli e carne di pollame dalla Turchia e dalla Romania. In Romania il virus è apparso nella zona del delta del Danubio, area di passaggio per i migratori che vengono da Russia, Scandinavia, Polonia e Germania e volano per l'inverno verso sud, fino alla calda Africa. Migliaia di uccelli vengono eliminati nei 2 Paesi per prevenire il contagio.

Gli esperti dicono che la domanda non è "se" il virus arriverà in Europa e America, ma "quando". "La diffusione del contagio è inevitabile – osserva Donald Tsang Yam-kuen, governatore di Hong Kong dove il virus apparve nel 1997 – è solo questione di tempo". Nell'isola il governo ha speso oltre 12 milioni di dollari Usa per preparare una scorta di Tamiflu, medicina per l'influenza aviaria, ma occorrono ancora oltre 8 mesi per averne abbastanza per il 4% dei suoi 23 milioni di abitanti.

L'uomo per ora può venire contagiato solo se vive in stretto contatto con uccelli malati che espellono il virus con le feci, che si seccano e diventano polvere e vengono inalate. Il virus non si trasmette tra esseri umani (anche se ci sono stati 2 casi, in Thailandia e in Vietnam, in cui si teme sia avvenuto un contagio diretto tra familiari), ma è certo che può mutare in una forma contagiosa tra uomini. Non è possibile preparare alcun vaccino per un virus che ancora non esiste, per cui un'improvvisa mutazione potrebbe contagiare intere comunità in breve tempo e uccidere milioni di persone prima che venga trovato un vaccino, anche perché poi occorreranno "almeno 6 mesi – ha detto David Nabarro,  esperto dell'Onu – per costituire gli stock di quantitativi adeguati".

Le previsioni degli epidemiologi vanno da 2 milioni a 360 milioni di morti: a conferma di come sia poco conosciuto il virus. Intanto l'Ue invita a prendere il vaccino contro la normale influenza, come unica prevenzione possibile. Negli Stati più vicini al contagio già si diffonde l'allarme. In Serbia vengono acquistati stock di vaccino e maschere con filtri respiratori. L'Ungheria ha ordinato la disinfezione di tutti gli autocarri che trasportano pollame e passano per la Romania.

L'unica possibile contromisura appare l'isolamento dei focolai infettivi. Ma solo 40 dei 192 Stati membri dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) hanno approntato piani per fronteggiare un'emergenza. Solo 30 Stati, specie quelli più sviluppati, hanno ordinato le medicine antivirali per curare chi viene contagiato. Il virus, scoperto a Hong Kong nel 1997, in pochi anni ha attraversato l'Asia.

Ha ucciso 150 milioni di uccelli in 11 Paesi, soprattutto in Asia, e causato perdite per 15 miliardi di dollari Usa all'industria del pollame, con grandi danni per Cina e Vietnam che producevano il 25% del pollame esportato nel mondo. L'Oms conferma 116 contagi umani e 60 morti in Vietnam, Thailandia, Cambogia e Indonesia dal 2003. (PB)

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