14/06/2022, 08.48
KAZAKISTAN
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Il nuovo Kazakhstan di Tokaev

di Vladimir Rozanskij

Con approvazione della nuova Costituzione, il presidente kazako è chiamato a superare 30 anni di immobilismo post-sovietico. Istituiti consigli consultivi locali per favorire la partecipazione popolare. Il controllo rimane però nelle mani dei politici. L’effetto pratico finora è la detronizzazione del “padre della patria” Nazarbaev.

Mosca (AsiaNews) – Dopo l’approvazione quasi plebiscitaria delle modifiche costituzionali dello scorso 5 giugno, il presidente del Kazakhstan Kasym-Žomart Tokaev è ora chiamato a dimostrare che non si tratta solo di dare una riverniciata alle istituzioni arrugginite da 30 anni di immobilismo post-sovietico, ma di portare cambiamenti profondi che possono aprire una via per un futuro diverso. Fin dal messaggio alla nazione del 16 marzo, il presidente predica la “necessità della modernizzazione” del Paese ritrovando le “tradizioni della democrazia della steppa, che sono le basi della nostra unità”.

Uno strumento fondamentale di questo rinnovamento nella tradizione, secondo Tokaev, sono i “consigli sociali” (obščestvennye sovety). Sono organi consultivi di partecipazione a livello nazionale e comunale che nella nuova concezione costituzionale dovrebbero assumere un’importanza sempre maggiore. Ora infatti dal centro ci si rivolge alle regioni e agli enti locali per sollecitare le proposte sulla composizione di questi consigli, e il dibattito nel Paese sta diventando sempre più intenso; trattandosi comunque di organismi non decisionali, molti commentatori parlano di “piattaforma decorativa di dialogo”.

Ha avuto molta risonanza un appello ai parlamentari lanciato da Bekžan Kenžegulov su Facebook: l’imprenditore agricolo 32enne sottolinea che “Otyrar non è solo un cimitero in cui la gente viene a leggere il Corano, è un luogo dove vivono giovani e anziani, dove si lavora la terra!”. Otyrar è un sito archeologico vicino a Karatau, dove si trovano i resti della mitica “città fantasma” che costituiva in antichità una tappa fondamentale della Via della seta, centro di una grande oasi e di un distretto politico molto importante dell’Impero Corasmio, poi distrutta da Gengis Khan agli inizi del XIII secolo. Bekžan ha invitato i deputati a visitare il villaggio che sorge intorno alle rovine, corredando il suo post con le firme di 135 abitanti del luogo.

L’imprenditore ha abbandonato il business nelle città per tornare alla “piccola patria” a coltivare il mais e le erbe mediche. Con il suo appello vuole esprimere la preoccupazione per la sopravvivenza e lo sviluppo delle realtà originarie del Kazakhstan, e intende dare un esempio di soluzione condivisa dei problemi. A maggio ha partecipato al kurultay (gran consiglio) degli operatori agricoli a Nur-Sultan, cercando di stimolare i suoi colleghi delle provincie più sperdute a far sentire la loro voce.

Dopo le sommosse di gennaio, molti governatori hanno cominciato a parlare sempre più spesso di un “nuovo Kazakhstan” e della necessità di coinvolgere i giovani nelle attività sociali, ma finora i concorsi per diventare membri dei consigli consultivi sono gestiti dalle burocrazie senza lasciare veramente spazio ai cittadini. A Otyrar le liste per i concorsi sono state pubblicate a maggio senza risalto sulla stampa, salvo poi scoprire che gli stessi si erano già chiusi ad aprile, con delegati controllati dall’apposita commissione del Maskhilat, il Parlamento regionale.

Nei consigli non ci sono limiti d’età, e un 30% dei membri è riservata ai più giovani a cui bisogna “dare strada”, secondo le indicazioni presidenziali, ma le candidature vengono comunque indirizzate dai partiti di governo e di opposizione, cercando di riprodurre gli equilibri della politica centrale. La mancanza di trasparenza e di effettiva apertura alla partecipazione comportano un perpetuarsi delle logiche corruttive che hanno finora impedito qualunque vero cambiamento, e non sarà facile uscire da questa “stagnazione”.

Dopo i disordini di inizio anno l’amministrazione del presidente ha avviato un’opera di svecchiamento e ripulitura di tutte le strutture sociali, cercando di liberarsi dalla pesante eredità del lungo regime di Nursultan Nazarbaev, ora completamente detronizzato dalla nuova Costituzione. Sono apparsi molti attivisti di organizzazioni umanitarie, giovanili, impegnate nella difesa dei diritti delle persone e nella lotta delle steppe tra il vecchio e il nuovo, nella nuova sintesi di tradizione e modernità.

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