03/07/2013, 00.00
EGITTO
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Il popolo egiziano aspetta l’alba di un nuovo giorno

di André Azzam
Scade fra poche ore l’ultimatum dei militari a Mohammad Morsi, che dovrebbe rispondere alle richieste dei manifestanti. Ieri sera il presidente ha pronunciato però un discorso in tv in cui ha chiarito che non intende fare passi indietro: negli scontri che si sono susseguiti sono morte 32 persone.

Il Cairo (AsiaNews) - L'Egitto attende con il fiato sospeso di capire come finirà lo scontro fra il presidente Morsi, i milioni di manifestanti che oramai da giorni scendono in piazza per chiedere le sue dimissioni e l'esercito, che ha dato al presidente un ultimatum che scade nel pomeriggio per rispondere alle richieste della popolazione.

Nel frattempo il movimento "Tamarrud" non accenna a voler lasciare le piazze del Paese anche se ieri - dopo il discorso televisivo di Morsi - gli scontri fra manifestanti democratici e sostenitori dei Fratelli musulmani hanno causato 32 vittime e circa 800 feriti. Inoltre, sempre dopo il discorso, il governo ha iniziato a perdere pezzi: si sono dimessi il ministro degli Esteri, quello dello Sport e tre portavoce presidenziali.

L'alba di un nuovo giorno è sorta in Egitto e centinaia di migliaia di egiziani sono ancora nelle piazze di tutto il Paese, sperando che il nuovo futuro della loro madrepatria venga deciso oggi. Fra circa 10 ore, infatti, scadrà l'ultimatum dato dall'esercito al regime per calmare la situazione e rispondere alle richieste del popolo.

A tarda notte Mohamed Morsi ha pronunciato un discorso sul canale televisivo nazionale e si è rifiutato di ottemperare alle richieste e rinunciare a quella che lui ha definito la sua "legittimità". In circa 45 minuti di durata ha usato la parola "legittimità" più di 55 volte. Ha detto di aver aperto la sua porta al dialogo e che è pronto a revocare il mandato del procuratore generale, rivedere il suo gabinetto e costituire una commissione speciale con l'incarico di suggerire alcuni cambiamenti alla Costituzione, che verranno poi approvati dal Parlamento una volta che questo venga eletto.

È chiaro che questo è quanto il presidente potrebbe sostenere e nulla di più, dato che ha collegato la sua funzione sulla base di "voto democratico del popolo". Ha descritto le enormi manifestazioni che si svolgono in tutto il Paese come "un pugno di persone contrarie alla mia politica e guidate da elementi del vecchio regime e opportunisti", senza mai concedere a questa presunta "opposizione" di rappresentare anche la voce della volontà popolare.

Ha chiesto a tutti di stare attenti e di non farsi influenzare da nuove ondate, così come ha chiesto di "resistere con forza" a ciò che si oppone alla sua legittimità. Il suo discorso è stato ricevuto molto male dai milioni di manifestanti che si trovano a piazza Tahrir, davanti al palazzo presidenziale a Heliopolis e in fronte al palazzo di Qobba (un ex palazzo reale che si trova a metà strada fra i primi due punti), dove Morsi ha deciso di risiedere negli ultimi giorni per evitare di trovarsi a Heliopolis. Lo stesso disappunto è stato espresso in tutte le maggiori piazze di tutte le città egiziane sparse per il Paese.

Gli osservatori hanno reagito con forza, accusando Morsi di aver chiamato i suoi sostenitori alla guerra civile. È un fatto che, subito dopo la fine del discorso, si sono verificati degli scontri nei pressi dell'area universitaria del Cairo, dove ieri si trovavano i sostenitori del presidente. Almeno sette persone sono morte per mano dei Fratelli musulmani [il numero è poi salito fino a 16 in tutto il Paese ndt]: tra le vittime anche il vice comandante di una stazione di polizia della zona, che ha ricevuto un proiettile in testa e un altro nel torace. È stato trasportato in ospedale ma è morto subito dopo.

Molti feriti sono stati portati all'ospedale Boulaq al-Dakrour, a sud dell'ospedale universitario, ma il direttore si è rifiutato di curare chiunque non appartenesse alla Fratellanza. Alcuni leader della protesta hanno chiamato di nuovo le ambulanze per portare i feriti nei grandi ospedali e hanno presentato una denuncia contro il direttore dell'ospedale, che sarà anche denunciato all'Ordine dei medici egiziani che dovrà decidere se bandirlo o meno da ogni attività sanitaria.

Nella stessa area, dicono diversi osservatori, sono stati arrestati stranieri con armi automatiche, probabilmente membri di Hamas provenienti dalla zona di Gaza. Subito dopo il discorso di Morsi, è apparso un messaggio sull'account twitter del Consiglio dei ministri che dichiarava di "non essere d'accordo" con il testo pronunciato dal presidente. Mezz'ora dopo il messaggio è sparito, ma il ministro degli Affari esteri ha comunque rassegnato le sue dimissioni ed è stato seguito dall'Associazione dei diplomatici egiziani, che ha deciso di interrompere il lavoro all'estero delle ambasciate salvo le questioni consolari più urgenti. Si sono dimessi anche tre portavoce presidenziali e il ministro dello Sport. Mai come ora Mohammad Morsi è apparso così isolato. Si dice che si sia dovuto rifugiare nei quartieri delle Guardie repubblicane e che da qui avrebbe letto il suo discorso. I manifestanti hanno annunciato di volersi presentare nell'area durante il giorno, prima della scadenza dell'ultimatum.

Molti leader del Fronte per la salvezza hanno dichiarato che Morsi dovrebbe essere arrestato e processato per la sua richiesta di scatenare una guerra civile. Gli osservatori sottolineano il fatto che Morsi non si cura del sangue egiziano versato ed è pronto a farne scorrere altro per rimanere sulla propria poltrona, affidandosi a degli stranieri che vengono da fuori l'Egitto per combattere contro gli egiziani, mentre il popolo che sta manifestando mostra rispetto per ogni goccia di sangue egiziano.

Secondo la valutazione fatta dalle Forze armate, circa 30 milioni di egiziani sono scesi nelle strade negli ultimi giorni: da Alessandria al nord ad Asswan, nel sud del Paese. Non è stato segnalato alcun danno, eccetto l'assalto alla zona della Fratellanza ad Alessandria e al Cairo. Molte persone, in diversi canali televisivi, hanno detto che preferiscono definire i sostenitori di Morsi "la Fratellanza" senza aggiungere l'aggettivo "musulmana", dato che non vogliono colpire l'islam.

Molti osservatori riconoscono un grande risultato ottenuto da Morsi: è riuscito a "curare del tutto l'Egitto dalla Fratellanza". Sostengono che il regime della Fratellanza sia giunto al capolinea, che la stessa Fratellanza non potrà mai più neanche immagine di arrivare al potere o aumentare di influenza nella nazione.

I manifestanti stanno dichiarando l'evidenza e il Fronte della Salvezza ha scelto come portavoce del popolo Mohammad al Baradei, ex capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, insieme a tre giovani tecnocrati per disegnare il sentiero futuro dell'Egitto. È chiaro che il movimento "Tamarrud" (ribellione) ha fatto la storia e che la speranza per l'Egitto è ora forte.

Questo nuovo giorno sarà decisivo secondo gli osservatori e i manifestanti. L'inverno rigido dell'Egitto diverrà una vera primavera, e i fascisti e gli autocrati religiosi verranno cambiati davvero per arrivare a ottenere una vera democrazia.

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