16/02/2006, 00.00
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Il premier Siniora illustra al Papa la difficile situazione libanese

In udienza stamattina in Vaticano, il primo ministro di Beirut parla col Papa dell' incontro che ha avuto con i capi delle diverse religioni presenti in Libano, delle vignette su Maometto, degli incidenti nel quartiere cristiano di Beirut, delle violenze tra i vari gruppi religiosi. Il Vaticano riafferma la sua vicinanza "a quella nobile Nazione".

Città del Vaticano (AsiaNews) – La situazione esistente "in Libano e nel Medio Oriente in generale, sottolineando il comune impegno di lavorare per educare le popolazioni alla riconciliazione ed alla pace, nel rispetto dei diritti umani ed in particolare della libertà religiosa", sono stati, secondo una dichiarazione del Vaticano, gli argomenti principali dei quali Benedetto XVI ha parlato con il primo ministro libanese Fouad Siniora, ricevuto oggi in Vaticano. L'incontro è stato definito "molto cordiale".

La visita del premier libanese, si legge ancora nella dichiarazione della Sala stampa della Santa Sede, "ha inteso confermare la grande devozione del popolo libanese verso il Romano Pontefice, come verso la Santa Sede in generale, sempre molto vicino a quella nobile Nazione". Durante i colloqui che Siniora ha avuto col Papa e con il cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, "una speciale considerazione è stata riservata alla situazione dei cristiani ed al contributo che essi intendono dare al progresso del Paese nel solco degli orientamenti tracciati, in vista del Giubileo del 2000, dalla Esortazione Apostolica "Una speranza nuova per il Libano" del Papa Giovanni Paolo II, di venerata memoria".

Secondo i giornalisti libanesi che seguono il viaggio in Italia del primo ministro, Siniora aveva intenzione di riferire il risultato del recente incontro che ha avuto con i capi delle diverse religioni (musulmani e cristiani di varie denominazioni) presenti in Libano, dal quale emersa l'unanime condanna della violenza, delle vignette su Maometto, degli incidenti nel quartiere cristiano di Beirut, delle violenze tra i vari gruppi religiosi. "Voglio essere il premier di tutti i libanesi - aveva detto Siniora - e ricostituire un legame tra tutte le religioni del Paese".

Siniora, che è un musulmano sunnita, era accompagnato da un seguito di 11 persone, tra le quali la moglie Huda, i ministri degli Esteri, Fawzi Salloukh, quella degli Affari sociali Nayla Moawad, delle relazioni col Parlamento, Michel Pharaon, dell'Informazione, Ghazi Al-Aridi, e della Cultura Tarek Mitri. Quest'ultimo, cristiano ortodosso ha regalato al Papa l'edizione tedesca di un proprio libro, "Nel nome di Dio?", accompagnato da un biglietto in cui definiva l'omaggio "testimonianza di un amore filiale" e ringraziamento per "l'affetto" che Benedetto XVI porta "alla Chiesa sorella" ortodossa. Mitri ha ricordato di aver già incontrato l'allora card. Ratzinger e Benedetto XVI lo ha confermato.

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