Il rabbino Rosen: dialogo interreligioso sia la chiave del piano Trump per Gaza
Per l'esponente ebraico, figura di spicco nelle relazioni con cristiani e musulmani, la “Casa della famiglia abramitica” ad Abu Dhabi è un “luogo ideale” per sviluppare il punto 18 del piano Usa per la fine della guerra nella Striscia. "Quella clausola era già presente negli Accordi di Abramo, ma non è stata attuata”. L’importanza di un “patriarca latino molto saggio e profondamente spirituale come Pizzaballa, che comprende le paure e le aspirazioni delle diverse parti”.
Milano (AsiaNews) - Il punto 18 del piano di pace di Trump, in cui si fa riferimento al dialogo interreligioso, è “potenzialmente molto importante” perché “una clausola di questo tipo è già presente negli Accordi di Abramo, ma non è stata attuata”. È quanto spiega ad AsiaNews David Rosen, rabbino britannico naturalizzato israeliano, figlio del rabbino ed educatore inglese Kopul, in questa intervista a poche ore dall’inizio dello Yom Kippur, la solenne festività ebraica dell’espiazione. “Ho l’impressione che gli Emirati Arabi Uniti, in particolare, comprendano - prosegue l’intellettuale e religioso - l’importanza di questo aspetto molto meglio della leadership politica israeliana. Il coinvolgimento di leader e di figure religiose in incontri pubblici improntati sul rispetto può svolgere un ruolo enorme nell’educare le persone al fatto che siamo tutti membri di un’unica Famiglia Abramitica e nell’imparare a conoscerci e rispettarci a vicenda”.
Al punto 18 del piano di pace elaborato dagli Stati Uniti e illustrato dal presidente Donald Trump, già approvato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu e in attesa della risposta di Hamas, si legge: “Sarà avviato un processo di dialogo interreligioso basato sui valori della tolleranza e della pacifica convivenza per cercare di cambiare mentalità e narrazioni di palestinesi e israeliani, sottolineando i benefici che possono derivare dalla pace”. Al riguardo, rabbi Rosen ricorda che vi sono già “strutture” preposte al dialogo. “Il Gran Rabbinato di Israele - prosegue - ha un comitato per il dialogo ufficiale con la Commissione della Santa Sede per le relazioni religiose con l’ebraismo. Il Forum di pace di Abu Dhabi sarebbe un partner naturale per questo scopo e potrebbe riunire i leader religiosi palestinesi in tale impegno”.
Del resto gli Emirati sono anche il luogo in cui sorge la “Casa della famiglia abramitica”, un modello che lo stesso vicario apostolico dell’Arabia meridionale mons. Paolo Martinelli ha più volte definito un “modello positivo” anche per una Terra Santa in guerra. “La Casa della famiglia abramitica - riprende Rabbi Rosen - è un esempio straordinario della conoscenza e del contributo positivo degli Emirati Arabi Uniti alla comprensione interreligiosa. La sua sola presenza è una testimonianza impressionante e tutti coloro che visitano il complesso ne rimangono commossi e ispirati. A livello locale ha molti programmi di successo. Tuttavia, a mio parere, dovrebbe essere più pro-attiva in termini di impatto globale e sarebbe un luogo ideale per ospitare le attività previste al punto 18 del piano Trump”.
David Rosen è stato uno dei promotori dei rapporti diplomatici fra Vaticano e Israele stipulati nel 1994 ed è stato membro della Commissione bilaterale. Nel tempo si è speso per il dialogo e il confronto aperto fra le parti anche in momenti di criticità e senza risparmiare critiche ai vertici del proprio Paese, come quando ha definito “oltraggioso” l’atteggiamento dello Stato ebraico verso la Santa Sede. Nato in Gran Bretagna, egli ha compiuto gli studi in una yeshivah di Gerusalemme e si è arruolato nell’esercito israeliano, poi è stato rabbino a Città del Capo, in Sud Africa, dal 1975 al 1979. Prima di fare ritorno in Israele ha ricoperto l’incarico di rabbino capo in Irlanda.
Fra gli incarichi ricoperti quello di direttore del dipartimento Affari interreligiosi dell’American Jewish Committee (Ajc) e Consigliere Onorario sulle relazioni interreligiose al Gran Rabbinato di Israele. Nel novembre 2005 è stato nominato Cavaliere dell’Ordine pontificio di San Gregorio Magno per il suo contributo alla promozione della riconciliazione fra cattolici ed ebrei. Rabbi Rosen è fra i firmatari di un appello pubblicato nell’agosto scorso e sottoscritto da decine di rabbini e leader religiosi ebrei ortodossi - della corrente “modern orthodox”, guidati dal rabbino Yosef Blau - contro le violenze dei coloni e la crisi umanitaria a Gaza.
Infine, il leader ebraico riconosce il ruolo del card. Pierbattista Pizzaballa in questi due anni di conflitto, con le decine di migliaia di morti e le devastazioni nella Striscia, senza dimenticare il dramma delle famiglie degli ostaggi che aspettano il ritorno dei congiunti rapiti da Hamas: “Tutti noi in Terra Santa siamo benedetti dalla presenza di un patriarca latino molto saggio e profondamente spirituale, che comprende le paure e le aspirazioni delle diverse parti. Il suo ruolo - afferma Rabbi Rosen - è molto importante e ha un grande potenziale per il futuro nel promuovere la riconciliazione, se e quando il conflitto avrà fine”. “La presenza cristiana è generalmente importante per la salute sia della società israeliana che di quella palestinese, sia per ragioni storiche che morali. La condizione di un gruppo religioso minoritario - conclude - è sempre il riflesso più profondo della salute sociale e morale di una società, specialmente nella terra della sua origine [il cristianesimo]”.
20/02/2025 15:16