21/10/2005, 00.00
INDONESIA
Invia ad un amico

In Indonesia Susilo non riesce a fermare la corruzione

Il presidente Susilo aveva fatto della lotta alla corruzione uno dei suoi punti fermi, ma dopo un anno di governo il bilancio è ancora negativo

Jakarta (AsiaNews/Agenzie) - In Indonesia la pratica della corruzione continua ad essere diffusa, nonostante sia passato un anno dall'elezione a presidente di Susilo Bambang Yudoyono che durante la campagna elettorale aveva fatto proprio della lotta alla corruzione uno dei suoi cavalli di battaglia.

Secondo il settimanale indonesiano Tempo "dopo un anno di governo i grandi corruttori sono ancora liberi, e la corruzione ha raggiunto livelli disgustosi e pericolosi". Endy Bayuni, direttore del Jakarta Post, ha dichiarato che il presidente "ha fatto dei progressi, ma la maggior parte sono solo simbolici". Sulla stessa linea sono i risultati di una indagine di Trasparency international, una Ong con sede a Berlino che si oppone alla corruzione. L'Ong ha registrato dei marginali miglioramenti, ma su 159 Stati monitorati l'Indonesia è ancora 22ª, vicino a paesi come Etiopia e Iraq.

"La corruzione è un grande problema in questo Paese", ha dichiarato la scorsa settimana a Jakarta Mari Johanna Kiviniemi, ministro finlandese per lo sviluppo e il commercio estero. "È uno dei principali ostacoli che impedisce alle nostre aziende di investire qui. Il governo dovrebbe lavorare di più: non è sufficiente avere delle politiche di lotta alla corruzione, bisogna implementarle e applicarle con decisione".

La corruzione è una pratica comune in Indonesia, e investe diversi ambiti, dalla giustizia alla burocrazia. Susilo aveva vinto le elezioni grazie alle promesse di risolvere le due questioni maggiori del Paese, la lotta al terrorismo e lo sradicamento della corruzione, e alla sua immagine di militare incorrotto. Una volta al governo, ha dato ampi poteri alla Commissione nazionale anticorruzione (Kpk), che ha raggiunto un importante successo quando ha arrestato Abudullah Puteh, l'ex governatore della provincia di Aceh che aveva comperato un elicottero con i fondi pubblici. Ma il leader della Kpk Taufiequrachman Ruki è il primo ad ammettere che la lotta alla corruzione è male organizzata e sostiene che il problema è che le stesse organizzazioni governative sono corrotte. "L'applicazione delle leggi non è semplice – ha dichiarato – e la Commissione non ha libertà di movimento per eliminare la corruzione nelle istituzioni di governo. La nostra commissione e non la corruzione è vista come il nemico da combattere", ha aggiunto.

Molti casi di corruzione sono emersi negli ultimi mesi. Alcuni sostengono che è la prova che le autorità si muovono nella giusta direzione, altri affermano che è ancora troppo poco. Danang Widoyoko dell'Ong Indonesia Corruption watch ha dichiarato che "la corruzione non potrà mai essere sradicata se prima non ci sarà una riforma della burocrazia. La strategia per combattere la corruzione deve essere perfezionata, sotto il diretto controllo del presidente".

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Papa in Kenya: l’estremismo nasce dalla mancanza di istruzione e di lavoro
27/11/2015
Il Comitato contro la corruzione indaga sui parlamentari. Il sostegno della società civile
20/07/2017 13:31
La campagna anti-corruzione di Hanoi genera crisi nell'immatricolazione dei veicoli
18/03/2023 11:32
Mosca: i navalnisti condannati come estremisti
11/06/2021 10:57
Hunan, denuncia la corruzione dei giudici… e viene arrestato e condannato
19/07/2018 13:16


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”