22/09/2011, 00.00
IRAN
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In vista dell’Assemblea Onu,Teheran libera i due americani accusati di spionaggio

Arrestati nel 2009 Shane Bauer e Josh Fattal avrebbero dovuto scontare otto anni di carcere. La cauzione è costata 500mila dollari a testa. Sempre più forte il braccio di ferro fra Ahmadinejad e gli ayatollah.
Teheran (AsiaNews/ Agenzie) – L’Iran ha liberato su cauzione Shane Bauer e Josh Fattal, gli escursionisti americani arrestati nel 2009 per spionaggio. Scarcerati ieri, hanno raggiunto i propri familiari in Oman prima di partire per gli Stati Uniti. Secondo gli esperti la loro liberazione è una mossa del governo per ripulire la propria immagine in vista dell’66ma Assemblea generale dell’Onu, che inizierà domani. I due erano stati arrestati nel 2009 insieme a Sarah Shourd, scarcerata lo scorso anno sempre in prossimità dell’Assemblea Onu.

I tre erano sconfinati in Iran durante un’escursione nel Kurdistan irakeno. Intercettati dai militari iraniani sono stati arrestati con l’accusa di spionaggio e ingresso illegale nel Paese. Nel settembre 2010, la liberazione della Shourd ha aperto le speranze anche per Bauer e Fattal, che però vengono invece condannati a otto anni di carcere.

La liberazione dei due escursionisti ha fatto riemergere lo scontro frontale in corso da mesi fra le autorità religiose e il presidente iraniano.

Come già avvenuto per la Shourd, in vista dell’Assemblea Onu, Ahmadinejad ha annunciato il 12 settembre una loro possibile scarcerazione, ma è stato subito sconfessato dagli ayatollah che lo hanno accusato di abuso di potere. Dopo un braccio di ferro di diversi giorni, il 20 settembre le autorità hanno firmato il rilascio, dopo il pagamento di una cauzione pari a 1 milione di dollari.

Ahmadinejad accusa le elite religiose di essere corrotte e di aver tradito i valori della rivoluzione khomeinista, arricchendosi alle spalle dei poveri. Il conflitto in corso sta creando una spaccatura all’interno del regime, che timoroso di crollare ha aumentato la repressione dei dissidenti, per evitare nuove ondate di proteste pro-democrazia come quelle avvenute nel 2009 costate centinaia di morti.



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