09/09/2009, 00.00
INDIA - CINA
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India e Cina, i futuri giganti dell’automobile

Le grandi ditte spostano la produzione in India più che in Cina, attirate dal basso costo di mano d’opera e materie prime ma soprattutto dalla possibilità di operare senza creare joint venture con ditte cinesi. L’India esporta più veicoli della Cina. Ma in Cina crescono rapide le vendite interne.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – L’esportazione delle auto prodotte in India cresce rapida e supera quella cinese, mentre le ditte grandi produttrici di autoveicoli scoprono sempre più i vantaggi di spostare la produzione in India. Ma Pechino punta sempre più sull’aumento della domanda interna, anche grazie a una politica che favorisce i finanziamenti per l’acquisto dell’auto personale.

In India c’è abbondanza di mano d’opera a basso costo, le materie prime si acquistano a oltre il 10% in meno che in Europa e Usa e il mercato è in espansione con grande richiesta di minicar e utilitarie. Il governo applica al settore tasse ridotte (l’8% per i veicoli). Soprattutto, le ditte estere possono investire e creare fabbriche senza dover costituire joint ventures con almeno il 50% di capitale in mano a ditte cinesi, come pretende Pechino. Grandi costruttrici di veicoli, soprattutto asiatiche come la Suzuky Motor Corporation, la Hyundai Motor Co. e la Nissan Motor Co. portano in India la produzione di utilitarie e piccoli veicoli, a scapito di altri Paesi come Thailandia e Corea del Sud.

La Maruti Sukuzi India Ltd ha più che raddoppiato l’esportazione quest’anno arrivando a 79.860 veicoli, solo in agosto ha registrato una vendita all’estero record di 14.847 veicoli. Punta ad arrivare a 130mila entro la fine dell’anno fiscale, che in India termina a marzo.

La Società indiana dei produttori di automobili dice che da gennaio a luglio 2009 l’esportazione di autoveicoli è salita del 18% (229.809 veicoli esportati), ma quella di minicar e piccoli veicoli addirittura del 44%. Esperti prevedono entro il 2015 un’esportazione di 690mila automobili di cui il 95% utilitarie.

All’opposto da gennaio a giugno la Cina ha esportato 164.800 veicoli con una diminuzione del 60%. In Thailandia, la produzione di auto destinate al mercato estero è crollata del 43% e le esportazioni di veicoli fatti in sudcorea sono scese del 31%.

Ashvin Chotai, direttore esecutivo della Intelligence Automotive Asia Ltd, osserva che per le ditte estere “è molto più vantaggioso decidere la strategia di esportazione avendo il pieno controllo della società” e “non dover dividere i profitti con un partner”.

Inoltre le ditte indiane sono specializzate nella produzione di piccoli veicoli economici, come la Nana della indiana Tata Motors, cosa che rende ancora più vantaggioso portare qui simili produzioni. Analisti stimano che sviluppare il progetto di un veicolo costa qui tra 225 e 250 milioni di dollari, mentre in Europa costa intorno a 400 milioni.

La Nissan, terza maggior giapponese produttrice di veicoli, sta creando qui uno stabilimento per produrre i veicoli destinati al mercato europeo. Prevede che qui la produzione le costerà un 5% di meno.

La Cina risponde cercando di stimolare la vendita interna, specie con esenzioni fiscali e favorendo finanziamenti a interesse intorno allo zero per l’acquisto. Ad agosto le vendite di autoveicoli hanno registrato un +90,18% rispetto all’agosto 2008. Le vendite in Cina della General Motors, leader mondiale del settore, sono balzate a 152.365 veicoli ad agosto e ora l’azienda spera di vendere in Cina un 40% di più dei 1,09 milioni di veicoli del 2008. Fonti di governo prevedono la vendita di 12 milioni di veicoli nel 2009, rispetto ai 9,38 milioni del 2008.

Anche in India crescono le automobili, ma il mercato interno è ancora ridotto: ad agosto nel Paese sono stati venduti 120.669 auto passeggeri (+25,59% rispetto all’agosto 2008) e 40.624 veicoli commerciali (+18,48% in un anno).

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