02/02/2006, 00.00
INDONESIA
Invia ad un amico

Indonesia, cattolici condannati a morte: 30 testimoni pronti a deporre a loro favore

di Benteng Reges

Un gruppo di avvocati di diverse religioni chiede ancora di cancellare la sentenza capitale e fa i nomi delle 16 persone sospettate di essere i veri responsabili degli scontri a Poso. La ricostruzione del complotto a danno dei tre cattolici.

Jakarta (AsiaNews) – Ci sono 30 nuovi testimoni disposti a deporre in favore dei tre cattolici condannati a morte in Indonesia. Ieri un gruppo di avvocati di diverse religioni si è recato al quartier generale della polizia a Jakarta per rendere noto che altre persone sono pronte a difendere Fabianus Tibo, Dominggus da Silva e Marinus Riwu, accusati di aver fomentato le violenze interreligiose esplose nelle Sulawesi nel 2000 - 2001. Emergono intanto i nomi delle 16 persone che uno dei tre detenuti ha denunciato tra i veri responsabili dell'accaduto.

I legali si sono costituiti in un gruppo chiamato Advocacy Service for Justice and Peace in Indonesia, conosciuto come Padma. Essi, convinti che i tre cattolici siano vittime di un complotto politico, hanno chiesto per l'ennesima volta la cancellazione della sentenza capitale. I membri del Padma hanno incontrato il capo della polizia investigativa, Makbul Padmanegara, per discutere la questione. Insieme agli avvocati vi erano anche alcuni parenti dei tre detenuti: Robert Tibo, figlio di Fabianus, Anastasia, moglie di Martin Riwu e Adam Ata, padre di Dominggus da Silva.

Il presidente del Padma, Roy Rening, spiega che "ci sono nuove prove sul coinvolgimento di 16 persone in quegli scontri e alcuni testimoni chiave sono disposti a parlare con la polizia".

L'avvocato Rening ha reso noto che i 16 sospetti sono conosciuti a Poso come membri del cosiddetto Red Group. Poi ne ha fatto i nomi: Janis Simangunsong, Paulus Tungkanan, Angki Tungkanan, Lempa Delli, Erik Rombot, Yahya Patiro, Sigilipu, Ladue, Obet Tampay, Sarjun, Heri Banidi, Guntur Saridji, Ventje Angkau, Theo Mandayo, Son Ruwagadi e Base Lateka.

Il legale ha solo accennato al fatto di avere le prove che alcuni dei 16 facevano parte delle forze di sicurezza locali, ma non ha fornito ulteriori dettagli.

Rening ricostruisce poi il complotto. Tibo conosce Janis Simangunsong come un rappresentante della città a maggioranza cristiana di Tentena. Simangunsong avverte Tibo, in quel momento a  Morowali, che la chiesa cattolica di Santa Teresa è in grande pericolo: qualcuno ha progettato di incendiarla e uccidere il parroco e alcuni orfani che vivevono lì. Con i ragazzi c'è anche il figlio di Tibo. Il cattolico chiede allora ai suoi amici Dominggus e Marinus di accompagnarlo a Poso. Una volta arrivati – spiega Rening – sono scoppiati gli scontri e i tre non sono riusciti a lasciare la città. "Sono rimasti così intrappolati nelle violenze e in un complotto politico".

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Poso, seconda richiesta di clemenza per i cattolici condannati a morte
27/03/2006
"Inviato speciale" del Papa visita i tre cattolici condannati a morte; le foto
21/03/2006
Indonesia, respinto secondo appello per riaprire il caso dei tre cattolici condannati a morte
06/04/2006
Procuratore generale: è irrevocabile la condanna a morte dei tre cattolici indonesiani
05/04/2006
Manifestazioni a Jakarta: rinviata l'esecuzione dei tre cattolici condannati a morte
01/04/2006


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”