26/04/2021, 12.02
INDONESIA
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Indonesia in lutto per i marinai del sottomarino affondato

di Mathias Hariyadi

Non vi sono più speranze di ritrovare in vita i 53 membri dell’equipaggio. Il mezzo aveva fatto perdere le proprie tracce il 21 aprile. I soccorritori hanno individuato lo scafo, spezzato in tre parti, a oltre 800 metri di profondità nel mare di Bali. Dal governo aiuti alle famiglie e sostegno all’educazione dei figli delle vittime. 

Jakarta (AsiaNews) - L’Indonesia è in lutto per i marinai del sottomarino KRI Nanggala-402, le cui speranze di salvezza si sono di fatto azzerate dopo il rinvenimento del relitto spezzato in tre parti nei fondali del mare di Bali, a circa 800 metri di profondità. Ad annunciare la scoperta del mezzo lungo quasi 60 metri, pesante 1,395 tonnellate e costruito in Germania nel 1979 è stato il comandante dell’esercito generale Hadi Tjahjanto che, con un annuncio diffuso ieri, ha spento anche le residue possibilità di ritrovare superstiti: “Con profonda tristezza - ha dichiarato l’alto ufficiale - posso dirvi che tutte e 53 le persone a bordo sono morte”. 

Sui social media sono centinaia i messaggi di preghiera e cordoglio per le vittime e i loro familiari, dopo che per giorni si è sperato - invano - nel miracolo di ritrovarli in vita. P. You Bintoro, cappellano dell’aviazione indonesiana, ha chiesto a tutta la comunità cattolica del Paese di celebrare una speciale eucaristia in memoria dei marinai scomparsi. 

Fra i marinai a bordo del sottomarino vi era anche Bah Yoto Eki Setiawan, originario di Sidareja, nel distretto di Cilacap. AsiaNews ha contattato il preside della scuola frequentata in passato dalla vittima, il quale ha espresso la profonda commozione di tutto l’istituto. “Era uno di noi” ha sottolineato il preside, mostrando con orgoglio una sua foto e una copia del certificato di diploma. 

L’ammiraglio Yudo Margono, capo della marina indonesiana, ha spiegato che “lo scafo, la poppa e la parte principale” del sottomarino sono “tutte separate fra loro”, con la parte principale “incrinata”, oltre a rottami del mezzo sparsi nella zona dell’affondamento. La KRI Nanggala-402 aveva fatto perdere i contatti lo scorso 21 aprile, poco dopo aver chiesto il permesso di navigare in profondità nelle acque del mare di Bali per una esercitazione. Ad oggi non vi sono ancora spiegazioni plausibili sulle ragioni che hanno determinato il black-out elettrico. 

L’incidente ha inoltre riaperto la polemica sui mezzi a disposizione delle Forze armate indonesiane (TNI), molti dei quali sono considerati di vecchia fabbricazione e prossimi al pensionamento. Certo, da sostituire con altri più nuovi e moderni come auspica da tempo una parte del Parlamento che vorrebbe, per questo, maggiori fondi e un budget più cospicuo per la difesa e i militari. Il sottomarino aveva 40 anni ed era stato revisionato nel 2012 in Corea del Sud; una fuoriuscita di olio potrebbe confermare i timori di un cedimento strutturale. 

Il presidente indonesiano Joko “Jokowi” Widodo ha definito i marinai come i “migliori patrioti” che il Paese possa vantare. Il governo ha poi deciso di finanziare gli studi per i figli delle vittime, oltre ad assegnare post mortem una promozione di grado militare “per tutti”, per il loro “coraggioso servizio alla nazione”. Ora la priorità è di recuperare il relitto e riportarlo in superficie, dagli 838 metri di profondità in cui si trova dopo l’incidente ma non vi sono ancora tempi, né dettagli circa una operazione che si presenta impegnativa.

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