Indumenti anti-abbronzatura: il nuovo boom della moda cinese
Complice il cambiamento climatico la corsa al canone di bellezza locale che vuole la pelle diafana sta assumendo in Cina anche forme nuove come la sempre maggiore diffusione di capi di abbigliamento e accessori che consentono in spiaggia ma anche in città una copertura totale del corpo (faccia compresa) senza ricorrere a creme solari.
Milano (AsiaNews) - Se crogiolarsi sotto il sole è considerato uno dei passatempi preferiti per molti occidentali anche in queste settimane di fine estate, lo stesso non vale per la popolazione cinese, specialmente quella femminile. Girando per le metropoli del Dragone durante la bella stagione accade spesso di notare la presenza di donne con gli arti e il volto integralmente coperti per proteggersi dal sole.
La tendenza a evitare l’esposizione solare non è dovuta solo a esigenze legate alla salute, ma risponde anche a dei precisi canoni estetici. Fin dall’antichità avere una pelle diafana è considerato indice di bellezza, mentre l’incarnato scuro è spesso associato al lavoro nei campi, e quindi all’idea di una vita umile e segnata dalle privazioni.
Negli ultimi anni, tuttavia, l’avversione per l’abbronzatura ha raggiunto dei livelli estremi, complice soprattutto il cambiamento climatico. Il 2024 si è classificato come l’anno più caldo della storia recente del Paese, con la temperatura media che ha battuto il record per cinque mesi su dodici e, stando alle previsioni, il 2025 potrebbe seguire a ruota.
Oltre alle tradizionali creme, stanno riscuotendo enorme successo i cosiddetti prodotti per la “protezione solare forte” (ying fangshai), ossia indumenti e accessori che consentono una copertura totale del corpo, come cappelli da sole a tesa larga, guanti protettivi, maniche, mascherine, “facekini”.
I capi in questione sono realizzati con tessuti con fattore di protezione dai raggi ultravioletti certificato UPF e resi traspiranti grazie alle tecnologie di raffreddamento. Talvolta vengono applicati anche trattamenti antimicrobici agli ioni d'argento per ridurre gli odori durante le lunghe ore all'aperto. L’obiettivo infatti non è solo proteggere dal sole, ma mantenere degli standard di comfort e freschezza anche nelle giornate più torride.
Per testare la loro efficacia, gli utenti social si divertono a condurre esperimenti in tempo reale. Posizionano delle schede sensibili ai raggi UV dietro il tessuto e, dopo una trentina di minuti di esposizione al sole, verificano la quantità di raggi UV penetrata, attraverso la scoloritura della stoffa.
Come afferma Lisa Zhang, project leader di Daxue Consulting, questo tipo di abbigliamento “presenta dei vantaggi insostituibili rispetto alla crema solare. Non solo è percepito come più efficace e sicuro, senza alcun rischio di irritazioni e sensibilità cutanea, ma anche più pratico per le attività all'aperto, [poiché] non richiede frequenti riapplicazioni”.
Scelti inizialmente per la loro funzionalità, gli indumenti anti-UV sono ormai diventati un genere di tendenza, molto apprezzato dalle consumatrici più giovani. Sulla piattaforma social Xiaohongshu, nota anche come RedNote, l'hashtag “abbigliamento protettivo dal sole” (fangshai yi) ha totalizzato oltre 2,2 miliardi di visualizzazioni nel mese di luglio, spesso abbinato a tag come “consigli”, “come indossare” ed “estate”. Un’altra espressione molto diffusa, che riflette le più recenti esigenze dei consumatori, è “abbigliamento protettivo dal sole più alla moda e professionale”.
Secondo i dati pubblicati da iResearch, il mercato degli articoli ying fangshai sta crescendo annualmente del 9,4% dal 2021 e il suo valore si aggira attorno ai 100 miliardi di RMB (13,8 miliardi di dollari). Solo sulla piattaforma di social commerce Douyin, la versione cinese di TikTok, esso ha raggiunto i 3,73 miliardi di RMB (520 milioni di dollari) nel 2023, con un aumento del 217,4% rispetto all'anno precedente.
Tra i brand leader del settore vi è sicuramente Bosideng, azienda cinese specializzata nella produzione di piumini invernali. Nel 2022 il noto marchio ha lanciato la sua prima serie di indumenti protettivi solari, mentre nell’aprile di quest’anno i suoi capi anti-UV hanno sfilato per la prima volta, in occasione del Beijing International Film Festival.
Oltre a Bosideng, altri marchi cinesi come Moution, Sinsin, Bananain, Beneunder, e internazionali, come Uniqlo e Nike, si stanno contendendo il mercato del settore, spesso collaborando con celebrità cinesi e KOL del mondo outdoor e della moda, in grado di influenzare le scelte dei consumatori.
Proteggersi dal sole è senza dubbio una buona pratica, ma evitarlo del tutto potrebbe addirittura essere nocivo per la salute. È quanto è accaduto a una quarantottenne di Chengdu, la quale ha scoperto di soffrire di osteoporosi dopo essersi provocata una frattura alle costole, semplicemente girandosi nel letto. Fin dall’infanzia, la donna ha assunto l’abitudine di indossare indumenti protettivi e di applicare creme solari per mantenere la sua pelle chiara, causato così un abbassamento dei livelli di vitamina D e danneggiando le ossa.
Jiang Xiaobing, primario di chirurgia ortopedica presso il Secondo ospedale affiliato dell'Università di Medicina di Guangzhou, ha messo in guardia dai pericoli dell'eccessiva astensione dal sole: “È ormai comune vedere persone completamente coperte dalla testa ai piedi per proteggersi dal sole: questo è davvero malsano. […] Un basso apporto di calcio, la scarsa esposizione al sole e la carenza di vitamina D ostacolano l'assorbimento del calcio. Anche uno stile di vita sedentario, il fumo e l'eccesso di alcol compromettono la salute delle ossa”, ha affermato l’esperto.
04/09/2017 15:15