03/09/2019, 09.07
USA – AFGHANISTAN
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Inviato Usa: Pronti al ritiro di 5mila soldati per la pace in Afghanistan

L’accordo definitivo dovrà essere approvato dal presidente Trump. I talebani si impegnano a non usare il Paese come base di attacco per gli Usa e i suoi alleati. Il rientro delle truppe e la chiusura di quattro basi militari della coalizione è previsto per la metà di gennaio 2020.

Kabul (AsiaNews/Agenzie) – Gli Stati Uniti sono disposti a ritirare oltre 5mila soldati dal territorio afghano, pur di arrivare all’accordo di pace atteso da 18 anni; in cambio, i talebani si impegnano affinchè il Paese non venga usato come base per gli attacchi contro gli Usa e i suoi alleati da parte dei gruppi islamici. È il risultato del nono round di colloqui tra l’inviato di Washington e i talebani a Doha, in Qatar. Lo ha dichiarato ieri Zalmay Khalilzad, negoziatore degli Stati Uniti. Riportando al presidente afghano il risultato dei dialoghi avuti in queste settimane con i militanti, l’alto funzionario Usa ha ribadito la volontà del proprio governo di giungere ad un accordo di pace. Ad ogni modo, ha aggiunto, la decisione finale spetta a Donald Trump.

I dettagli della bozza d’intesa erano attesi da tempo. Parlando a Tolo News, agenzia locale, l’inviato di Washington ha detto che “in principio, ce l’abbiamo. L’accordo è concluso”. Esso prevede il ritiro di oltre 5mila truppe Usa, su un totale di 14mila soldati, e la chiusura di quattro basi militari entro 135 giorni, cioè la metà di gennaio 2020.

Il diplomatico riporta che l’obiettivo dell’intesa è avere un accordo di pace che porti a ridurre le violenze. Tuttavia, le parti non si sono impegnate a cessare il fuoco delle ostilità. Secondo gli attivisti della società civile, deporre le armi è invece l’unica soluzione a un conflitto che dal 2001 ha provocato oltre 32mila vittime civili. Dall’invasione del Paese, voluta dall’allora presidente americano George W. Bush come risposta agli attacchi contro le Torri Gemelle del 2001, sono morti 3.500 soldati della coalizione internazionale, di cui 2.300 erano americani.

Secondo le Nazioni Unite, nel 2018 gli scontri hanno provocato 3.804 vittime tra la popolazione. Di queste, almeno 927 erano bambini, vite innocenti sacrificate sull’altare della guerra. Ogni giorno il Paese è martoriato da attacchi contro le scuole, gli ospedali e le organizzazioni che lavorano per garantire al popolo un futuro migliore. Proprio ieri, mentre avveniva l’incontro al vertice, la vita a Kabul è stata spezzata dall’ennesima esplosione, costata la vita a 16 persone e il ferimento di altre 119. Questa volta, l’obiettivo dei militanti era un compound che ospitava stranieri.

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