18/02/2012, 00.00
SIRIA - CINA
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Inviato cinese a Damasco per "rafforzare la cooperazione"

Pechino rimane contraria a un violento cambio di regime o all'intervento esterno di una forza militare e spera che siano potenziati il dialogo interno e le riforme. Ieri sarebbero state uccise 40 persone.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Il viceministro cinese per fgli Esteri, Zhai Jun, è a Damasco per una visita di due giorni. Arrivato ieri sera, egli si è incontrato con il suo omologo Faysal Meqdad per precisare come "rafforzare la cooperazione" con la Siria davanti alla crisi che ha colpito il Paese, dopo 11 mesi di rivolte, che esigono l'abbandono del potere da parte del presidente Bashar Assad.

Zhai ha precisato  che "la sovranità, l'unità, l'indipendenza e l'integrità territoriale della Siria devono essere rispettate da tutte le parti [in conflitto] e dalla comunità internazionale". "La Cina - ha aggiunto - spera che potranno procedere il dialogo nazionale e le riforme".

Prima della sua partenza, a Pechino Zhai aveva ricordato che il suo Paese non condivide né "un intervento armato", né un "cosiddetto cambiamento di regime ottenuto con la forza".

La posizione di Pechino è molto simile a quella della Russia. Il 4 febbraio scorso Cina e Russia hanno posto il veto a una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, che condannava il regime di Assad e le violenze dell'esercito contro la popolazione siriana.

Due giorni fa Mosca e Pechino hanno ancora votato contro una risoluzione approvata a grande maggioranza all'Assemblea generale dell'Onu perché non conteneva alcuna condanna alle diffuse violenze dell'opposizione armata.

La prissima settimana a Tunisi si tiene un incontro fra Paesi occidentali ed arabi, gli "Amici della Siria" per verificare possibili aiuti alla resistenza siriana (compresi quelli militari). La Lega araba ha già da tempo chiesto ad Assad di abbandonare il potere e ha suggerito che per fermare le violenze del regime sarebbe necessario l'invio di una forza militare Onu e araba.

Intanto, attivisti dell'opposizione affermano che ieri le forze di sicurezza hanno ucciso almeno 40 persone. Ma queste notizie sono difficili da confermare perché non vi sono fonti indipendenti nel Paese.

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