18/12/2019, 08.51
PAKISTAN
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Islamabad, ex presidente Musharraf condannato a morte per ‘tradimento’

Al momento Musharraf si trova a Dubai per motivi di salute. Nel 2007 ha imposto lo stato d'emergenza e sospeso le libertà costituzionali. Nel 1999 aveva ottenuto il potere deponendo Nawaz Sharif. Tornato al governo nel 2013, il rivale ha avviato il processo.

Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Un tribunale speciale di Islamabad ha condannato a morte il gen. Pervez Musharraf, ex presidente del Pakistan. Egli è accusato di “tradimento” per aver imposto lo stato d’emergenza nel 2007 e sospeso le libertà costituzionali. La sentenza è stata emessa ieri a maggioranza di due giudici su tre. Al momento Musharraf si trova a Dubai per motivi di salute ed è improbabile che egli rientri in patria per subire la condanna.

È la prima volta che in Pakistan viene comminata la pena di morte per un capo militare. Dal suo letto d’ospedale negli Emirati, dove si è recato circa un mese fa dopo un peggioramento delle condizioni di salute, l’ex presidente ha dichiarato: “Sono accuse assolutamente infondate”. Poi ha aggiunto: “Ho servito il mio Paese per 10 anni. Ho combattuto per il mio Paese. Non sono stato ascoltato in questo caso e sono la vittima”.

La corte speciale che lo giudicato colpevole era presieduta da Waqar Ahmad Seth, presidente dell’Alta corte di Peshawar, Nazar Akbar, dell’Alta corte del Sindh, e Shahid Karim, dell’Alta corte di Lahore. Oggi i legali di Musharraf presenteranno un appello presso la Corte suprema del Paese. Nel caso in cui i giudici supremi dovessero confermare il verdetto, l’ultima speranza per il condannato è la grazia da parte del presidente.

Il generale Musharraf (in pensione) è salito al potere nel 1999 con un sanguinoso colpo di Stato, deponendo l’allora presidente Nawaz Sharif. I difensori dei diritti umani contestano il cambio di goveno avvenuto in maniera violenta e gli arresti di almeno 61 giudici, tra cui il presidente della Corte suprema dell’epoca, Iftikhar Mohammad Chaudhry.

In seguito, ha governato dal 2001 al 2008. Nel marzo 2007, per evitare un processo d’impeachment, ha imposto lo stato d’emergenza, e l’anno successivo si è autoesiliato a Dubai. Nelle elezioni del 2013 il rivale Nawax Sharif è tornato al potere e tra i suoi primi atti vi è stata l’incriminazione del generale. Il processo è iniziato nel marzo 2014. Prima della sentenza di ieri, il consesso di giudici incaricati del caso è stato modificato sei volte.

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