06/08/2025, 12.30
PAKISTAN
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Islamabad firma una tregua con i talebani pakistani, ma i negoziati per la pace sono in stallo

Una jirga per la pace, composta da capi villaggio e rappresentati dei talebani, ha dato il via a un dialogo tra Islamabad e i Tehreek-i-Taliban Pakistan, che però chiedono il controllo delle aree tribali al confine con l'Afghanistan senza abbandonare il Paese. L’accordo di cessate il fuoco raggiunto finora è limitato e privo di garanzie ufficiali, ma soprattutto resta alta la sfiducia della popolazione locale nei confronti del governo.

Islamabad (AsiaNews) - Il Pakistan sta cercando di scendere a patti con i talebani pakistani (TTP) nel tentativo di risolvere il proprio problema di terrorismo interno. A partire dal 31 luglio, a Bajaur, nella provincia del Khyber Pakhtunkhwa, si è tenuta una “jirga per la pace”, ovvero un'assemblea composta da anziani e capi villaggio a cui hanno partecipato anche rappresentanti del gruppo terroristico. “Abbiamo chiesto ai gruppi armati di tornare in Afghanistan o, se intendono combattere, di abbandonare le aree popolate e di spostarsi verso le montagne”, aveva dichiarato un membro dell’assemblea in conferenza stampa. 

Secondo il quotidiano locale in lingua inglese Dawn, dopo l’incontro, a cui hanno preso parte 50 persone, le parti hanno concordato un cessate il fuoco fino alla completa risoluzione del conflitto tramite ulteriori colloqui, che sono ripresi ieri con il sostegno di diversi leader musulmani dopo una pausa di un giorno. 

In base a quanto stabilito finora i Tehreek-i-Taliban Pakistan avrebbero promesso di ritirarsi dalle “aree civili”, ma non di abbandonare completamente il distretto di Bajaur, che fa parte delle Aree tribali di amministrazione federale del Pakistan (FATA). Si tratta di regioni abitate perlopiù da popolazioni di etnia pashtun che nel 2018 sono state fuse con la più ampia provincia del Khyber Pakhtunkhwa, ma che i talebani rivendicano per sé. I TTP puntano a instaurare in Pakistano un Emirato islamico a modello di quello che i “cugini” afghani hanno creato a Kabul, per questo nei loro attentati prendono soprattutto di mira i rappresentanti dello Stato. 

Tuttavia, come riporta Khorasan Diary, la situazione dopo i colloqui è in realtà in fase di stallo: “Non è stato possibile prendere alcuna decisione”, ha detto un membro della jirga alla testata, aggiungendo che avrebbero riferito al governo le richieste dei TTP. I talebani pakistani, infatti, dopo aver consultato la propria leadership in Afghanistan, hanno affermato di non avere intenzione di lasciare il Pakistan per l’Afghanistan, hanno aggiunto che non attaccheranno se non saranno attacchi, hanno chiesto che le forze del governo non viaggino in forma di convoglio e hanno concluso dicendo che non sarà consentito il passaggio di armi nei distretti tribali, mentre i rifornimenti alle forze di sicurezza saranno gestiti dalle assemblee locali. 

Secondo Friday Times, inoltre, la situazione è preoccupante perché, nonostante siano passati diversi giorni dalla conclusione dei colloqui, non esiste una dichiarazione ufficiale del governo in merito alla vicenda. Non sono quindi stati diffusi i dettagli dell’accordo, nè le misure che saranno attuate per rispettarne le decisioni prese finora. Inoltre, il cessate il fuoco vale solo per il distretto di Bajaur (dove lo stesso governo di Islamabad una settimana fa ha lanciato l’Operazione Sarbakaf nonostante l’opposizione del governatore locale) ma la violenza terroristica dei TTP ha colpito negli ultimi anni diverse aree del Khyber Pakhtunkhwa che non sembrano essere coinvolte negli accordi. 

La popolazione locale, in generale, fatica a fidarsi delle proposte che arrivano da Islamabad: in passato erano infatti stati istituiti “comitati di pace” con le proprie milizie locali che però non hanno ricevuto il necessario sostegno dallo Stato quando poi arrivò il momento di confrontarsi con i talebani pakistani. Molti temono che l’istituzione di una jirga locale possa concludersi allo stesso modo, con i gruppi terroristici che prendono di mira i giovani che tentano (e hanno tentato in passato) di opporsi ai TTP. Negli ultimi 12 anni, centinaia di ex membri delle milizie locali sono stati presi di mira dagli attacchi terroristici.

La regione è percorsa da una forte insicurezza: diversi centri di ricerca da tempo registrano un aumento della violenza in Khyber Pakhtunkhwa e in Belucistan, e la settimana scorsa alcuni residenti locali hanno chiesto alle forze di sicurezza di non abbandonare la regione temendo che possano scoppiare nuovi conflitti armati. 

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