17/10/2006, 00.00
LIBANO
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Joumblatt: torneranno a suonare le campane di tre villaggi della Montagna libanese

Al termine di una visita al patriarca Sfeir, il leader druso sottolinea "il rapporto storico" con i cristiani e ricorda la "riconciliazione della Montagna" che ne permette il ritorno nei villaggi dai quali furono cacciati durante la guerra civile.

Beirut (AsiaNews) – Le campane torneranno a suonare in tre villaggi dello Chouf, la Montagna libanese che i cristiani furono costretti ad abbandonare durante le guerra civile. L'ha annunciato il leader druso Walid Joumblatt al termine di una visita compiuta ieri al patriarca maronita Nasrallah Sfeir, a Bkerke.

Il leader del Partito socialista progressista ha sostenuto che la sua visita al patriarca maronita "rinforza la storica alleanza tra lo Chouf e Bkereke e fortifica la storia riconciliazione della Montagna", che, ha ricordato, si è avuta nel 2001. L'estate di quell'anno il card. Sfeir poté recarsi in visita sulla Montagna libanese per la prima volta dopo che, al termine di sanguinose battaglia tra cristiani e drusi durante la guerra civile del 1975-1990, migliaia di cristiani erano stati costretti a lasciare i loro villaggi.

"La mia visita è venuta dopo una lunga assenza dovuta alle questioni di sicurezza, ma è sempre rimasto attivo il rapporto intellettuale e politico con Bkerke, che rappresenta il bene". "Sono venuto a riaffermare questo rapporto storico ed a ricordare a coloro che fanno finta di dimenticarlo, che il 4 e 5 agosto 2001 il patriarca Sfeir ha visitato la Montagna. Con lui abbiamo consolidato la storica riconciliazione. In quell'occasione – ha aggiunto – suonarono le campane di tutte le chiese, ora, se Dio vuole, con l'aiuto del governo libanese e la benedizione divina – quella vera  - del patriarca le campane delle chiese di Kfar Matta, Obeih e Brih torneranno nuovamente a suonare". Il riferimento alla "vera" benedizione è sembrato uno spunto polemico verso il partito rivale di Hezbollah ed alla sua "divina vittoria".

La "riconciliazione" sta ora permettendo il ritorno dei cristiani, anche se anni di lontananza hanno creato diversi problemi sulla restituzione delle proprietà. Problemi che, in qualche caso, non rendono praticabile il rientro teoricamente possibile: in alcuni villaggi, come a Brih, sono in corso faticose trattative tra i proprietari cristiani di un terreno e quelli drusi della casa che ci è stata costruita sopra.

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