28/02/2022, 11.22
AFGHANISTAN
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Kabul: i talebani sospendono le evacuazioni

Due voli a settimana gestiti da Qatar Airways continuavano a portare cittadini afghani all'estero. Approfittando della guerra in Ucraina, i talebani hanno sospeso l'operazione e condotto pequisizioni e sequestri in vari quartieri di Kabul e di altre città. Gli studenti coranici dicono di farlo per ragioni di sicurezza, ma chi aveva lavorato con la Nato o il precedente governo teme per la propria vita.

Kabul (AsiaNews) - Decine di migliaia di afghani che ancora aspettavano di essere evacuati dal Paese non potranno più andarsene. Lo ha annunciato ieri il portavoce dei talebani e vice ministro della Cultura e dell'informazione Zabihullah Mujahid, dicendo che nessuna operazione di evacuazione sarà più autorizzata fino a che non migliorano le condizioni dei rifugiati afghani nei campi profughi all’estero.

In parallelo le forze talebane hanno condotto perquisizioni casa per casa nella capitale e in altre città, assicurando di voler colpire solo criminali e terroristi. In realtà è probabile che gli ex studenti coranici tornati al potere in agosto vogliano sfruttare il coinvolgimento europeo e Usa in un confronto con la Russia per reprimere ancor più l’opposizione interna.

Scopo del divieto di recarsi all’estero è quello di prevenire le difficoltà per i cittadini afghani in un Paese straniero, ha spiegato il portavoce dell’Emirato islamico. Mujahid ha detto di essere ben consapevole della situazione degli afghani bloccati ad Abu Dhabi, dove nelle settimane scorse in centinaia avevano protestato chiedendo di essere reinsediati negli Stati Uniti.

Non solo sono sospese (non si sa fino a quando) le evacuazioni gestite da Qatar Airways con due voli settimanali, ma anche i viaggi all’estero in generale. Alle donne è stato vietato di recarsi all’estero senza un accompagnatore uomo: “È l’ordine della shari’a islamica”, ha dichiarato Mujahid. 

Migliaia di persone tentano ogni giorno di scappare via terra valicando il confine con l’Iran. Una lettera firmata dal capo della Direzione generale della polizia di frontiera del ministero dell'Interno ha incaricato i commissariati all’aeroporto di Kabul e lungo i confini di impedire di lasciare il Paese a chiunque abbia collaborato con gli Usa o con la Nato. 

Nel frattempo i talebani hanno condotto operazioni di cattura e sequestro “in quartieri non pashtun”, spiegano fonti di AsiaNews. “Sono andati a ovest dove vivono gli hazara e a nord dove risiedono i tagiki”.

I talebani hanno detto di aver arrestato sei membri dello Stato islamico, nove rapitori e 53 “ladri professionisti”, facendo credere di aver condotto le perquisizioni per la sicurezza della capitale e del Paese. "Vogliamo assicurare ai residenti di Kabul che queste operazioni non sono contro la gente comune", ha detto il vice ministro. "I residenti della città dovrebbero avere fiducia che la ricerca stia procedendo con attenzione". 

Ma è difficile crederci: ancora una volta l’operazione, iniziata venerdì, ha messo in allerta coloro che avevano legami con il precedente governo o che avevano lavorato con le forze internazionali prima della riconquista talebana. Sono aumentati i pattugliamenti nelle strade, i posti di blocco agli incroci strategici ed è stata dispiegata una squadra tutta femminile per le perquisizioni delle donne. 

"Le intimidazioni, le perquisizioni domiciliari, gli arresti e le violenze contro membri di diversi gruppi etnici e donne sono crimini e devono cessare immediatamente", ha twittato Andreas von Brandt, capo della delegazione Ue in Afghanistan. “Nonostante la guerra di Putin, vi stiamo osservando!”, ha aggiunto il diplomatico, riferendosi all'invasione russa dell'Ucraina su cui sono puntati i riflettori di tutto il mondo negli ultimi giorni.

"Concentrati sulla protezione dell'Europa da Putin", ha risposto Muhammad Jalal, un funzionario talebano molto attivo sui social e che dichiara di essere un afghano comune e un attivista per la pace. “Tutti i cittadini (afghani) sono felici, a parte gli elementi criminali”, ha twittato in risposta Jalal.

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