12/04/2021, 13.37
INDIA
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Kandhamal: le famiglie vittime del pogrom celebrano la festa della Divina misericordia

di Nirmala Carvalho

Nella parrocchia di Raikia padre Purushottam Nayak ha presieduto una liturgia alla presenza di Antita Pradhan, vedova di uno dei martiri della persecuzione del 2008 in Orissa.  In corso la causa di beatificazione delle vittime.

Bubaneshwar (AsiaNews) – La festa della Divina misericordia è stata celebrata domenica 11 aprile anche nella diocesi di Cuttack-Bhubaneswar, nello Stato indiano dell'Orissa gravemente colpito nel 2008 dalla persecuzione contro i cristiani. Nella parrocchia di Nostra Signora della Carità a Raikia, distretto di Kandhamal, padre Purushottam Nayak ha presieduto una celebrazione alla quale era presente Anita Pradhan, vedova di Sibina Pradhan, ucciso e mutilato in modo orrendo dai fondamentalisti indù durante gli attacchi del 25 agosto 2008.

“A causa delle restrizioni per il Covid-19 - racconta ad AsiaNews p. Nayak - solo un numero limitato di persone tra cui molti giovani ha potuto partecipare alla celebrazione”. Il sacerdote ha raccontato ai fedeli la storia di Sibina Pradhan, che era originario di Sisopanga, un villaggio della parrocchia di Raikia. L'uomo è stato ucciso in maniera brutale, infierendo sul suo cadavere con un'ascia e una spada, perché era un indù che si era convertito al cattolicesimo. “Ho accolto il cristianesimo perché è una vera religione e non vi rinuncerò neppure se dovessi essere ucciso”, aveva detto con coraggio di fronte ai suoi persecutori. Sibina è stato assassinato in modo talmente disumano che sua moglie Anita non è riuscita a riconoscerne il corpo senza vita. Egli giace sepolto nel cimitero di Raikia.

“La mia fede - ha detto la vedova in lacrime a p. Nayak dopo la celebrazione - è forte. Ho sperimentato la Divina misericordia di Gesù. Ci manca molto, ma sappiamo che Sibina è con Gesù. I nostri tre figli, Anirudha, Chandan e Jitima, sanno che loro padre ha amato Gesù più della sua stessa vita ed è stato ucciso perché era parte del Corpo di Cristo. Questa è la Divina misericordia, l'amore di Dio per noi”.

P. Nayak fa notare che “la fede di Anita è forte, anche se la sua vita è piena di difficoltà. Il governo non le ha ancora versato il risarcimento promesso. E i suoi problemi economici sono cresciuti a causa del Covid-19”.

Il sacerdote incaricato dall'arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, mons. John Barwa, di preparare il dossier per la fase diocesana del processo di beatificazione dei martiri dell'Orissa. Dopo la fase diocesana i documenti saranno consegnati al Vaticano per l'ulteriore esame e verifica. P. Nayak ha steso una lista di 105 martiri, tra cui 7 cattolici. La lista comprende cristiani di ogni confessione ma anche indù, musulmani e altri uccisi solo per aver cercato di aiutare e difendere i fratelli e le sorelle cristiani. Egli spiega che l'arcidiocesi vuole onorare anche i non cattolici e non cristiani che hanno sacrificato la loro vita. Un gruppo di sette sacerdoti lo stanno aiutando a raccogliere prove sul martirio.

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