23/06/2022, 12.25
INDIA
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Kerala, arcivescovo coi contadini contro gli sfratti per le zone ecologiche

di Nirmala Carvalho

Mons. Pamplany ha partecipato alla protesta contro l'ordinanza della Corte Suprema che rischia di privare delle loro terre 1,2 milioni di persone che vivono nelle aree ai confini con le foreste in questo Stato indiano. “La beffa di oggi è che serpenti e cinghiali hanno una protezione, ma non gli esseri umani".

Kannur (AsiaNews) - L'arcivescovo della diocesi di Thalassery, Mar Joseph Pamplany, si è unito il 21 giugno a una protesta degli agricoltori a Cherupuzha, nel distretto di Kannur. I contadini si oppongono all'ordinanza con cui la Corte suprema indiana il 3 giugno ha imposto di creare una zona eco-sensibile (ESZ) di un chilometro intorno a tutte le riserve naturali e ai parchi nazionali.

Nelle ultime due settimane gli agricoltori delle zone di montagna del Kerala hanno organizzato varie forme di protesta per sollecitare il Centro e i governi statali a cercare rimedi legali per escludere le abitazioni da queste zone protette. Temono che la sentenza del 3 giugno porti a sfratti di massa dai terreni agricoli situati nelle zone cuscinetto. La densità di popolazione del Kerala è di circa 360 persone per chilometro quadrato, tre volte superiore alla media nazionale. Gli osservatori prevedono che lo Stato sarà tra i più colpiti se l'ordinanza verrà attuata.

In segno di solidarietà con i contadini, l'arcivescovo della Chiesa siro-malabarese ha anche indossato un cappello fatto di foglie di noce di areca, tradizionalmente usate dai contadini per proteggersi dal sole e dalla pioggia mentre lavorano nei campi.

L'arcivescovo Pamplany ha denunciato che l'ordine della Corte Suprema allontanerebbe dalle proprie terre 1,2 milioni di contadini che vivono sul territorio del Kerala. “È un provvedimento che rischia di dividere lo Stato, mentre tutti dovrebbero lavorare insieme dimenticando le differenze politiche, di casta e religiose”, ha detto.

Rivolgendosi agli agricoltori, il vescovo ha aggiunto che la Chiesa non può far altro che sostenere i contadini che rischiano di perdere i loro mezzi di sussistenza. “La beffa di oggi è che serpenti e cinghiali hanno una protezione, ma non gli esseri umani - ha commentato -. Il governo non si è mai preoccupato degli agricoltori. Non permetteremo queste iniziative".

In precedenza anche il cardinale George Allencherry, arcivescovo maggiore dei siro-malabaresi, in una dichiarazione del 9 giugno, aveva espresso preoccupazione per le conseguenze dell’ordinanza nel Kerala. “La protezione dell'ambiente - aveva detto - è sempre stata la politica della Chiesa. Ma imporre l'intero onere della protezione ambientale solo su quanti vivono nelle regioni confinanti con la foresta è ingiusto”.

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